Tornerebbe al timone di una nave da crociera? ”Si’, certamente”. Cosi’ il comandante Francesco Schettino a Torre Annunziata (Napoli) prima di entrare nell’aula per la seconda udienza, a porte chiuse, al Tribunale del lavoro relativa al ricorso contro il licenziamento proposto da Costa Crociere.
Sara’ resa nota entro la prossima settimana la decisione del Tribunale di Torre Annunziata (Napoli) sul ricorso presentato da Francesco Schettino contro il licenziamento promosso da Costa Crociere a seguito dell’incidente avvenuto il 13 gennaio dello scorso anno all’altezza dell’isola del Giglio. Il giudice Emanuele Rocco, chiamato a valutare sulla eventualita’ di proseguire nel dibattimento visto che a Genova e’ incardinato un procedimento analogo promosso dalla societa’ circa la legittimita’ del licenziamento stesso, si e’ riservato la decisione al termine dell’udienza di oggi. Schettino, avvicinato da operatori e giornalisti presenti all’esterno dell’aula, ha preferito non rilasciare dichiarazioni su quanto discusso, limitandosi genericamente a parlare ”di brave persone” e di ”tutte persone gentili” quando gli e’ stato chiesto come secondo lui si siano comportati gli altri soggetti della vicenda che lo vede coinvolto. ‘
‘La legge Fornero mi da’ dieci giorni di tempo per sciogliere la riserva. Quindi ho gia’ informato le parti che la mia decisione sara’ depositata in cancelleria mercoledi’ 6 o al massimo venerdi’ 8”. Lo afferma il giudice Rocco. Il dibattimento, cominciato poco prima delle 9, si e’ concluso attorno alle 10.20. Oltre a Schettino erano presenti il suo legale, Rosario D’Orazio, e gli avvocati della compagnia, Camillo Paroletti e Stefano Marzuillo. Il giudice Rocco non e’ voluto entrare nel merito delle questioni trattate e sul procedimento incardinato a Genova (col quale la Costa ha chiesto la legittimita’ del licenziamento) e ha detto: ”E’ ancora oggetto di una mia valutazione che rendero’ pubblica la prossima settimana”.
”Il comandante Schettino oggi era nervoso? Sfido chiunque al suo posto a non esserlo, dopo essere stato condannato mediaticamente senza che si siano lette le carte processuali”. Lo afferma, rispondendo alle domande dei giornalisti, l’avvocato Rosario D’Orazio, legale di Francesco Schettino, al termine dell’udienza svoltasi al tribunale di Torre Annunziata (Napoli) sul ricorso contro il licenziamento da Costa Crociere. ”Detto questo pero’ – prosegue D’Orazio – bisogna anche dire che il comandante attende serenamente qualsiasi decisione, sia sul fronte penale che su quello civile, sicuro che verra’ accertata la verita’ che non puo’ essere quella mediatica. Anche l’opinione pubblica sta vedendo che ci sono ancora verita’ non ancora venute alla luce”.
”Vogliamo chiarire che ogni contesto giudiziario e’ valido. Non e’ una questione legata a Genova o a Torre Annunziata. La nostra tesi e’ che non si puo’ dare al datore di lavoro la possibilita’ di partecipare al rito Fornero” aggiunge il legale di Schettino. ”Il valore della giustizia non cambia – ha proseguito – Ora attendiamo la decisione del giudice, che arrivera’ entro sette-dieci giorni. Di certo questa vicenda – ha aggiunto il legale – sta a dimostrare come la riforma Fornero non abbia accelerato le procedure legate ai licenziamenti. Basti pensare che sul caso del comandante Schettino sono in corso tre giudizi identici: questo di Torre Annunziata e due a Genova, la cui prossima udienza e’ fissata per il 14 marzo”. ”La perizia del giudice di Grosseto ha accertato che quando la Costa Concordia supera il punto previsto per la girata all’altezza dell’isola del Giglio, il comandante Schettino non e’ al comando della nave”. Ad affermarlo e’ l’avvocato Rosario D’Orazio, legale del comandante Francesco Schettino che oggi ha partecipato con lui all’udienza presso il tribunale del Lavoro di Torre Annunziata (Napoli) sul ricorso presentato contro il licenziamento. ”La stessa perizia – prosegue D’Orazio – dice anche che il comandante Schettino, quando poi prende il comando, poteva girare ancora in sicurezza dagli scogli. Da questo intuisco che se si fosse seguita la traiettoria prestabilita, si sarebbe passati lontano dal punto di impatto con ancora maggiore sicurezza. Ma nessuno in plancia, una volta che il comandante Schettino ha preso il comando, solleva alcun dubbio sulla rotta, anche quando viene dato l’ordine di andare lentamente dirigendosi cosi’ verso lo scoglio”. “Non parliamo di ‘inchino’. Si tratta di una rotta ‘avvicinatoria’. Da quello che leggo da Internet, sono procedure usuali nelle crociere. Anche io ho partecipato ad alcune crociere e ricordo che la nave passava a due metri da piazza San Marco a Venezia”. E’ questa la difesa del legale del comandante Francesco Schettino, l’avvocato Rosario D’Orazio,in merito a uno dei punti contestati al suo assistito. “Basta andare sul web per trovare numerosi atti. Io stesso ho letto sul sito della Costa i complimenti fatti a Schettino per una manovra nei pressi dell’isola di Procida. Come su internet ho trovato una lettera del sindaco del Giglio. Quasi come se queste manovre fossero un uso consolidato. Mi fa specie adesso che si dica che nessuno sapesse”. Anche sull’abbandono della nave D’Orazio appare categorico: “C’é l’articolo 303 del codice della navigazione – sostiene – che prevede che il comandante, prima di dichiarare l’abbandono della nave, è obbligato a tentare di salvare la stessa. E’ proprio quello che ha fatto il comandante Schettino, che ha prima tentato di ‘spiaggiare’ la nave ed è poi sceso quando la stessa era in sicurezza, ‘parcheggiata’. Non solo: ci sono testimonianze di persone che sostengono che il comandante sia stato l’ultimo a lasciare la nave dal suo lato. E poi sfido chiunque a restare a bordo su un’imbarcazione inclinata di almeno 90 gradi”.