NAPOLI – Ci sono gli sprechi legati all’uso dei fondi europei e le consulenze d’oro, il “massacro” da 20 milioni procurato alla biblioteca dei Girolamini e le società partecipate “vero cancro degli enti locali”, nell’annuale relazione della Corte dei Conti campana.

Un’analisi in cui però – fanno notare i magistrati contabili – si vedono anche dei segnali di novità e delle “aperture” che fanno ben sperare per il futuro, come i progressi che si registrano nel risanamento dei conti della sanità, l’istituzione di una Commissione regionale sui fondi europei, e i segnali in altri settori “dove l’azione della Corte dei Conti – si fa notare – produce i suoi effetti deterrenti”. A declinare il consueto elenco di anomalie nella gestione del denaro pubblico è stato il procuratore regionale Tommaso Cottone. Si parte dalle società partecipate che, in una conferenza stampa prima della cerimonia ufficiale, Cottone definisce “il vero cancro degli enti locali, un passato di cui non ci si riesce a liberare, con incarichi e consulenze dai compensi fuori mercato che non hanno prodotto niente” per passare alle inchieste sul Consiglio regionale. “Non posso riferire di un’attività in corso – ha detto sempre in conferenza stampa il procuratore in merito – se non che emerge dalle indagini un modo di interpretare la funzione ‘pro domo propria’”. L’utilizzo dei fondi europei (circa 12 miliardi e mezzo di euro quelli destinati alla Campania per i periodi 2000-2006 e 2007-2013) rimane – secondo l’analisi riferita da Cottone ai giornalisti – “il più delle volte fonte di sprechi e illeciti”. “A distanza di anni dalle prime intercettazioni del fenomeno – ha spiegato Cottone nella relazione ufficiale – non si registrano significative inversioni di rotta. La nostra Regione soffre sempre delle stesse disfunzioni. Le deviazioni, le furbizie e le frodi sono elevate a sistema”. Colpa, secondo Cottone, di un sistema di controlli tardivo e insufficiente che interviene spesso quando oramai i fondi sono stati erogati per opere in alcuni casi solo avviate, rendendo nulla l’attività di recupero. “Vengono erogati finanziamenti a fondo perduto – ha detto – poi qualcuno si accorge che con quei soldi non è stato fatto nulla, ma a quel punto è troppo tardi”. In questo senso Cottone valuta con favore quanto fatto dalla Regione Campania: “Il governatore Caldoro – ha sottolineato Cottone – si è mostrato attento a questo profilo e di recente la Regione ha messo in piedi una commissione che sta lavorando bene, procedendo a un esame delle ricadute che i fondi Ue hanno avuto sulla situazione socio economica della Regione e verificando le risorse impegnate”. Le buone notizie giungono anche dalla sanità, dove lo sforzo sui conti affrontato dalla gestione commissariale ha portato ad assorbire nella quai totalità il disavanzo. Resta irrisolto il problema delle truffe all’Inps per i falsi invalidi (330 quelle accertate nell’anno con prestazioni previdenziali revocate per oltre 13 milioni di euro). “Da una parte c’é un attestato di riconoscimento, dall’altro l’individuazione un percorso che va rafforzato”, ha commentato il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro che, in serata, con un Tweet, aggiunge: “La Corte dei Conti riconosce in Campania una inversione di tendeza nel controllo dei conti. Non sprechiamo più un euro”. E se dal presidente del Consiglio regionale Paolo Romano giunge un grazie ai magistrati della Corte dei Conti per lo sforzo teso a controllare la spesa pubblica, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris sottolinea con amarezza: “Se per il passato ci fossero stati maggiori controlli, oggi il Comune di Napoli non si troverebbe in una situazione di disastro economico-finanziaria”. Alla cerimonia ha preso parte anche il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino che si è soffermato sulle difficoltà del Mezzogiorno di cui ha sottolineato la acuta sofferenza paventando il rischio di una desertificazione industriale.

 

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