La data è arrivata: il conclave per eleggere il nuovo Papa comincerà martedì 12 marzo. Al mattino nella Basilica di San Pietro sarà celebrata la Messa “pro eligendo Pontifice”, presieduta dal cardinale decano Angelo Sodano, e nel pomeriggio l’ingresso in processione dei cardinali nella Cappella Sistina. Poi l’ “extra omnes” e l’ultima meditazione tenuta dal cardinale maltese Prosper Grech, non elettore.

Nella stessa serata, se i cardinali decideranno in tal senso, ci dovrebbe essere il primo scrutinio. E di conseguenza la prima attesa dei fedeli con lo sguardo rivolto al camino, per vedere se la fumata sarà nera o bianca. A partire da mercoledì ritmi più serrati, con quattro voti al giorno. La scelta della data, presa questo pomeriggio nell’ottava congregazione generale del Collegio dei cardinali, aveva creato da giorni attesa. A parte la necessità di verificare gli ultimi arrivi dei cardinali elettori (l’ultimo ad atterrare a Roma è stato ieri il vietnamita Pham Minh Manin), questa settimana il Sacro Collegio ha dato l’impressione di essere diviso tra chi voleva accelerare e andare al voto presto e chi voleva invece, dagli americani agli stranieri in generale, prendersi più tempo per ‘sapere’, discutere, confrontarsi, conoscersi e soprattutto capire quale direzione deve prendere la Chiesa. Quali sono le emergenze da affrontare. E in base a questo quali caratteristiche deve avere il nuovo Papa. La data del 12 “é un accordo che dà ragione a chi voleva anticipare l’inizio”, commenta lo storico della Chiesa Alberto Melloni. In ogni caso le congregazioni hanno visto in questi giorni gli interventi di oltre cento cardinali e il confronto si è articolato sui temi più diversi: dalla nuova evangelizzazione ai vatileaks, dal dialogo interreligioso allo stato delle finanze, Ior compreso, dalla bioetica al ruolo della donna nella Chiesa. Questo solo per descrivere quanto accadeva nelle riunioni ufficiali. Ma sono stati soprattutto gli incontri informali, dai coffee-break nelle stesse congregazioni agli appuntamenti fuori dal Vaticano, ad aver costruito in questa settimana rapporti e orientamenti. “Le congregazioni non sono tutto quello che avviene in questo periodo”, ha spiegato Padre Federico Lombardi evidenziando che “più tramite i colloqui personali che non attraverso gli interventi in assemblea si individua un profilo delle tematiche a cui il nuovo pontefice deve pensare. Il dialogo personale e la richiesta di informazioni specifiche è parte fondamentale di un processo di questo genere”. Domani mattina ci sarà una nuova congregazione. A parte gli ultimi iscritti a parlare c’é da espletare anche alcuni adempimenti pratici, come il sorteggio delle camere in Santa Marta. Sabato pomeriggio pausa e la domenica le Messe celebrate nelle chiese dove i cardinali sono titolari. Se sembra improbabile una nuova riunione delle congregazioni lunedì, non è comunque possibile escluderla del tutto. Perché tutto si svolga regolarmente, oggi il Collegio ha “accettatò con una votazione le rinunce a partecipare al conclave di due ‘elettori’: l’indonesiano Darmaatmadia per problemi di salute e lo scozzese Keith O’Brien, per “motivi personali”. Restano dunque ufficialmente in 115 e per essere eletto il nuovo papa dovrà prendere almeno 77 voti. Lo stesso quorum del conclave del 2005.

 

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