Il comandante Francesco Schettino e il responsabile a terra Roberto Ferrarini tardarono a dare l’allarme e a comunicare la reale situazione “per ridurre i costi per le successive eventuali operazioni di rimorchio, riparazione della nave e per i successivi eventuali risarcimenti e in genere per limitare i danni, anche di immagine”. Lo scrive il gip, Valeria Montesarchio, motivando il patteggiamento della Costa per il pagamento di un milione di euro.
Per il gip Costa non ha “adottato ed efficacemente attuato un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire reati di questo tipo”, cioé quelli compiuti dai suoi dipendenti e che determinarono il naufragio. Il giudice scrive poi che Schettino nel momento dell’emergenza “faceva comunicare false informazioni a passeggeri ed equipaggio, ometteva di dare per tempo l’emergenza e di conseguenza l’abbandono nave”. Ferrarini, invece, quale responsabile designato a terra (Dpa), “ometteva di avvertire tempestivamente della crisi i massimi dirigenti di Costa, impedendo così di fatto al presidente Foschi e al direttore generale Giovanni Onorato di partecipare telefonicamente ai lavori dell’unità di crisi”.