NAPOLI – “Si faccia in modo che vengano estese le misure alternative per i detenuti, nel rispetto della legislazione vigente e di quanto prevede la costituzione”. E’ l’invito rivolto alle istitiuzioni dall’arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, nel corso di una manifestazione nell’ambito del Giubileo straordinario, indetto dalla Curia partenopea per l’anno in corso.

“La Costituzione – prosegue – prevede che la finalita’ della pena sia la rieducazione e in quest’ottica si inquadra questa proposta”, condivisa anche dal presidente del tribunale di sorveglianza di Napoli, Carmine Esposito. Guidando la processione che ha portato l’icona raffigurante la Madonna dell’Arco davanti all’ingresso del carcere di Poggioreale prima di fare visita ai detenuti, il cardinale parla di “gesto simbolico”, quasi a voler creare un abbraccio ideale tra la citta’ e “chi sta vivendo questo momento di sofferenza, per fare in modo che questa pena non sia priva di senso”. Sepe ribadisce piu’ volte che queste persone “non sono sole” e invoca un “miglioramento delle condizioni all’interno degli istituti penitenziari, che sono spesso disumane”. Quindi l’appello alla cittadinanza, affinche’ vengano eliminate “quelle barriere che portano a considerare i carcerati come appestati anche dopo che hanno scontato la loro pena, quando vengono nuovamente incarcerati da chi li esclude”. Il prelato sottolinea come i detenuti siano “individui che stanno pagando per i loro errori, ma questo non significa che non abbiano una dignita’ e che il futuro non sia loro”. Di qui l’idea di istituire dieci borse lavoro di un anno del valore di 450 euro per chi torna in liberta’, per garantire loro un sostentamento mentre sono alla ricerca di un’occupazione piu’ stabile. “Liberare la speranza e’ la finalita’ del Giubileo – ricorda il cardinale – Anche nella Bibbia si ricorda come venisse celebrato anticamemte per la liberazione dei prigionieri”. Durante il discorso di Sepe, alcuni attivisti dei Radicali invocano l’amnistia e denunciano i soprusi che si compiono all’interno delle carceri. A loro replica il direttore dell’istituto di Poggioreale, Cosimo Giordano, spiegando che “l’amnistia e’ inutile se fuori non si trova una situazione idonea, perche’ senza lavoro questa gente tornera’ a delinquere”. Giordano ricorda le criticita’ della struttura, che “ha una capienza di 1.400 persone ma ne ospita il doppio ed e’ un contenitore di celle, non avendo spazi per fare altre attivita’”. Ringrazia poi i volontari della Curia, che “colmano le deficenze dell’amministrazione del carcere, che non avendo fondi non puo’ fare nulla”.

 

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