NAPOLI – La commissione Patrimonio, presieduta da Vincenzo Varriale, ha esaminato oggi, alla presenza dell’assessore al Patrimonio Alessandro Fucito e del direttore centrale del Patrimonio, Maria Aprea, la delibera 476, che è all’attenzione del Consiglio convocato per domani 28 giugno (con prosieguo eventuale il 1° luglio). La delibera, che reca la firma dell’assessore al Patrimonio e dell’assessore al Bilancio Palma, riguarda la qualificazione delle attività attualmente svolte dalla società Napoli Servizi, l’affidamento alla stessa società (in regime di in house providing, per il periodo dal 1.7.2013 al 30.6.2018) delle attività già in Convenzione nonché dei servizi di gestione, valorizzazione e/o dismissione del patrimonio immobiliare.

 

L’assessore Fucito, nella relazione introduttiva, e nella replica agli interventi dei consiglieri che hanno posto numerose questioni, ha precisato che si tratta di una delibera di cornice che risponde alla necessità di rinnovare, entro il 30.6.2013, la Convenzione con Napoli Servizi in scadenza, di ridefinire la natura della società, attribuendo ai servizi che svolge la qualificazione di servizi di interesse generale (condizione per evitare la dismissione o la collocazione sul mercato secondo le prescrizioni del decreto sulla spending review i cui termini, ha spiegato l’assessore, sono stati solo recentemente prorogati dal cosiddetto “decreto del fare”, il decreto 69 del 21.6.2013) e di individuare i costi dell’affidamento dei servizi alla società, costi che ammontano complessivamente a 342,5 milioni di euro per l’intero periodo, cioè a 68,5 milioni all’anno, di cui, per la gestione del patrimonio, 9.2 milioni all’anno.

 

Saranno i disciplinari che, per ogni settore di attività della Napoli Servizi, dovranno essere approntati dopo la delibera cornice, a dettagliare le attività e gli impegni tra le parti, e su questo aspetto l’assessore si è augurato la massima condivisione delle scelte con il Consiglio. Per quanto riguarda il Patrimonio, la convenzione affida alla società, in continuità con le due delibere di riferimento (una di Giunta, l’altra di Consiglio, entrambe del 2012) la gestione, la valorizzazione e/o la dismissione del patrimonio comunale realizzando la volontà espressa dal Consiglio di gestione diretta del settore, in discontinuità con la precedente gestione affidata al privato. Alla Napoli Servizi spetterà la manutenzione degli immobili, sia ordinaria che straordinaria (per quest’ultima, quando il bilancio comunale attesterà le somme); tutti gli interventi manutentivi, con i relativi costi, dovranno essere puntualmente rendicontati; la “bollettazione” dei canoni sarà una mera funzione di incasso, con l’obbligo di versare al Comune le somme nel mese successivo, in modo da consentire un puntuale monitoraggio; gli sportelli per l’utenza dovranno essere territoriali e il call center per la segnalazione dei guasti dovrà essere rafforzato; se dovesse far ricorso ad affidamenti esterni, in ogni caso la società dovrà utilizzare procedure di evidenza pubblica e, per affidamenti diretti, possibili sotto la soglia dei 200mila euro, dovrà ricorrere ad elenchi pubblici, come short list. In generale, Napoli Servizi si assoggetterà al controllo analogo del Comune che resta titolare, con i propri uffici del Patrimonio (che andranno rafforzati) del controllo tecnico e amministrativo ed anche della gestione dei contenziosi, per la quale si stanno progettando modelli di collaborazione tra l’Avvocatura comunale e gli Ordini professionali. Per quanto riguarda, infine, la dismissione di beni del patrimonio, decisiva anche alla luce degli impegni assunti con l’adesione al pre-dissesto, l’assessore ha ribadito che è intenzione dell’amministrazione mettere a regime la dismissione degli alloggi ERP, accelerando le vendite per le quali sono state già versate le caparre, programmando con attenzione la dismissione dei beni sparsi allo scopo di evitare che questi vengano “svenduti”, e di accelerare sulla vendita dei beni fuori dal territorio comunale.

I consiglieri intervenuti hanno posto numerosi interrogativi, rilevando tutti la difficoltà di un esame dell’atto a ridosso della seduta consiliare che dovrà approvarlo. Sono stati, tra l’altro, sottolineati: la preoccupazione che i tempi per la redazione dei disciplinari comportino una vacatio che creerà ulteriori disagi per la cittadinanza (Capasso); la preoccupazione che le risorse finanziarie accordate, e quelle umane della società, non siano sufficienti a garantire i numerosi servizi affidati (Varriale); la convinzione che la società non sia in grado di svolgere adeguatamente i compiti affidati, e ciò alla luce degli scarsi risultati finora conseguiti (Fellico); il giudizio positivo sull’atto, che contribuisce a mettere a sistema il patrimonio e necessità, tuttavia, di approfondire/rivedere il piano delle dismissioni (Coccia); la necessità di affrontare con forte determinazione e capacità di coinvolgimento le scelte sulla gestione del patrimonio risolvendo le questioni che finora hanno creato disagio all’utenza (Russo); nella condivisione dell’impostazione di principio per l’internalizzazione della gestione, necessità di particolare attenzione sul rafforzamento degli organi e della struttura societaria che devono essere integrati da competenze specifiche (Gennaro Esposito); necessità di rafforzare l’impianto economico della delibera e di meglio definire le competenze della società (Vernetti); necessità di trovare, in sede di disciplinare, soluzioni ai problemi più critici, come quelli delle morosità (Grimaldi); ferma restando la convinzione per la gestione diretta, perplessità sulla reale capacità di Napoli Servizi di gestione del patrimonio (Nonno); necessità di un approfondimento dell’atto, ancora mancante dei necessari pareri, e limite dell’assenza di interlocuzione con Napoli Servizi, pur invitata (Guangi); seppure con una soluzione sperimentale, l’atto dà risposta al serio problema di salvaguardia dei livelli occupazionali della società comunale (Maurino); rilevato che nella convenzione vengono richiamate le numerose e variegate attività già affidate a Napoli Servizi, necessità di accettare la sfida dell’internalizzazione per dare risposta alle attese dei cittadini (Ciro Borriello).

 

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