NAPOLI – Sono stati condannati rispettivamente a 18 e 21 anni e 4 mesi di reclusione Giuseppe Avolio e Alberto Amendola, riconosciuti responsabili dell’uccisione di Teresa Buonocore, che aveva testimoniato in aula contro l’uomo
che aveva abusato di una figlia minorenne. La sentenza e’ stata emessa oggi dal gup Umberto Lucarelli al termine del processo con rito abbreviato. I due sono considerati gli esecutori materiali del delitto avvenuto nel settembre 2009 a Napoli. Il presunto mandante, Enrico Perillo, gia’ condannato per gli abusi sulla ragazzina, sara’ processato invece con rito ordinario a partire dal 26 ottobre prossimo. Per Avolio e Amendola i pm Danilo De Simone e Graziella Arlomede avevano chiesto la condanna all’ergastolo.
Il giudice per Avolio ha escluso l’aggravante dei motivi futili e abietti, mentre ha riconosciuto a entrambi le attenuanti equivalenti alla premeditazione. I due, secondo l’accusa, avrebbero ricevuto da Perillo l’ordine di uccidere la donna attraverso una lettera inviata dal carcere. ”Preferisco non commentare la sentenza perche’ potrei lasciarmi andare a valutazioni dettate dall’emotivita’ del momento”. Cosi’ Pina Buonocore risponde alle domande sulla sentenza di condanna a 18 e 21 anni dei presunti killer della sorella, Teresa Buonocore, uccisa a Napoli nel 2009. ”E’ evidente a tutti pero’ – ha aggiunto Pina Buonocore, che vive in localita’ protetta in provincia di Salerno – che di fronte a un delitto cosi’ spietato e alle argomentazioni portate dai pubblici ministeri in aula, chiunque si sarebbe aspettato pene esemplari”.