SOLOFRA – “Le aziende del distretto conciario di Solofra potranno conferire le acque di spruzzo al depuratore di Carpisano.” Lo ufficializza l’assessore all’Ambiente della Regione Campania, Giovanni Romano che ha accolto le istanze del territorio rendendosi promotore di tale soluzione.
“La Regione – ha commentato Giovanni Romano – è partita dalla consapevolezza che un punto di criticità per il distretto di Solofra (che è uno dei tre poli conciari italiani e rappresenta un caso di particolare interesse per l’economia campana) era proprio legato non solo ai costi ambientali già notevoli per tutte le aziende di settore ma ad aggravi di spesa derivanti dalla necessità di segregazione delle acque di spruzzo e al loro trasferimento con apposite autobotti ad impianti adeguati. Ci siamo chiesti se, con l’attuazione di importanti interventi infrastrutturali di adeguamento del depuratore già effettuati fosse ora possibile rivedere l’ordinanza commissariale che nel 1995 vietava l’uso del depuratore. L’istruttoria tecnica ha confermato che sono venute meno le ragioni che avevano portato il Commissario Jucci ad emanare il provvedimento di segregazione delle acque di spruzzo. Siamo soddisfatti che l’interventismo della Regione e il modello di regolazione adottato possa rappresentare un valido aiuto per l’economia del distretto frenando l’emorragia delle imprese specializzate nel settore conciario.
“E’ stato un lungo lavoro che – ha detto ancora l’assessore regionale all’Ambiente – ha coinvolto gli uffici dell’Assessorato che rappresento, ma anche Arpac e gli altri enti locali interessati. Un’ istruttoria che ci ha consentito di verificare l’esistenza delle condizioni tecniche necessarie a consentire la fine di enormi sacrifici per le aziende del polo conciario costrette da 18 anni ad utilizzare autobotti per il trasferimento di tali reflui. E’ emerso che il depuratore di Solofra – ha spiegato l’assessore Romano – è tecnicamente adeguato a ricevere e trattare tali acque di spruzzo, che è stata completata (come dichiarato dal sindaco di Solofra) la separazione della rete fognaria industriale dalle altre reti di collettamento e che, quindi, non è più necessaria la ‘segregazione’ degli scarti. Le procedure seguite nel rigoroso rispetto delle vigenti leggi sono perfettamente coerenti con le normative di settore: il rilascio di queste acque di lavorazione in fognatura pubblica è stato determinato da un rigoroso accertamento della loro qualità e della loro assimilabilità ai reflui urbani (e non più, quindi, a rifiuto liquido). Il risultato è stato raggiunto anche grazie alla costruttiva collaborazione tra Regione e Comune.”