Anche senza Marchionne l’incontro di domani pomeriggio a Roma tra la Fiat e la Fiom, il primo da almeno due anni a questa parte, potrebbe segnare l’avvio di un nuovo corso nelle relazioni industriali. L’amministratore delegato e’ volato ieri pomeriggio a Detroit per occuparsi della fusione con la Chrysler e dei rapporti con il sindacato Uaw. A rappresentare il Lingotto nella sede romana di Fiat ci sara’ il responsabile delle relazioni sindacali, Pietro De Biasi, che in mattinata (alle 10) incontrera’ le organizzazioni firmatarie dei contratti.
Sul tavolo, inevitabilmente, aleggera’ la sentenza della Corte Costituzionale sul diritto della Fiom a sedersi al tavolo delle trattative anche se non ha siglato gli accordi, e quella di ieri con cui la Cassazione ha respinto il ricorso dell’azienda di Torino contro l’ordine del Tribunale di Potenza di riassumere tre operai di Melfi, iscritti alla Fiom, licenziati dopo una manifestazione in fabbrica. La Fiom si presentera’ all’appuntamento a ranghi completi. Maurizio Landini, che guidera’ la delegazione delle tute blu della Cgil, ieri aveva espresso ottimismo sull’esito dell’incontro sostenendo che ci sono le condizioni “per costruire delle normali relazioni industriali con la Fiat” e per superare definitivamente la lunga stagione fatta di carte bollate, avvocati e ricorsi. Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, oggi ha bollato l’assenza di Marchionne al tavolo come una “mancanza di buon gusto”.
“Credo che sia evidente a tutti il bisogno di tornare a una normalita’ di rapporti – ha aggiunto Camusso -. Fiat ha determinato l’esclusione di una organizzazione sindacale” e ora “bisogna rideterminare le normali regole che riguardano tutti, l’applicazione degli accordi e la presenza dei sindacati in fabbrica”. Luigi Angeletti, numero uno della Uil, prevede che il faccia a faccia finira’ male. “La Fiom e’ un’organizzazione politica – ha spiegato – tutto cio’ che le interessa e’ l’immagine. Vedrete che domani quando la Fiat le chiedera’ se vuole firmare e avere normali relazioni dira’ di no. Non ho dubbi su come finira’ il film”. Se, ha aggiunto, la Fiom “non firma i contratti e riconosce la nostra legittimita’, non ci potremo mai mettere seduti insieme quando parliamo di Fiat. Neanche se ci dovesse convocare l’Onu”. Infine per il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, “la fabbrica non e’ un ring dove ci si prende a pugni dalla mattina alla sera”.