‘‘Se fossi Berlusconi scioglierei l’enigma dimettendomi da parlamentare. Magari negoziando forme alternative per scontare la pena che siano compatibili con l’esercizio di un ruolo politico”. Il consiglio all’ex premier arriva da Massimo D’Alema, che in un’intervista al Messaggero invita Berlusconi a lasciare il seggio: ”Si puo’ svolgere un ruolo politico anche fuori dal Parlamento”, dice, come Beppe Grillo che ”e’ il leader indiscusso del suo movimento”.
Per l’esponente del Partito democratico ”la nota del capo dello Stato marca una netta separazione tra il destino di Berlusconi e quello del governo”. ”Il Presidente – precisa – si e’ espresso in modo rispettoso per la condizione particolare di un condannato in via definitiva che, tuttavia, mantiene un ruolo politico primario essendo il leader di un’importante forza politica. E cio’ comporta un rispetto innanzitutto verso i suoi elettori. Pero’ nei limiti della legge, senza forzature, senza stravolgimenti, senza invenzioni paradossali come quella di un salvacondotto”. Anche il centrodestra ”dovrebbe porsi il problema della leadership, altrimenti dedichera’ il suo futuro a tentare di risolvere i problemi giudiziari di Berlusconi”. Per D’Alema il governo Letta non cadra’, ma a patto ”che emerga un accordo serio e incisivo di riforma costituzionale ed elettorale” e che si riducano le tasse su impresa e lavoro. Sull’Imu invece ”chi puo’ pagare la tassa, deve pagarla. Io mi iscrivo tra quelli che vogliono farlo”. Sul fronte del Pd sarebbe invece ”un grave errore” se Renzi si candidasse a fare il segretario: ”Se lui punta alla segreteria come trampolino per andare a palazzo Chigi – dice – credo che debba considerare che non si votera’ prima del 2015. Dunque, se fara’ il segretario, dovra’ fare il segretario, non il candidato alla premiership”.