”Vendo 3 pacchi di pannoloni Linidor, 30 pezzi a 4 euro il pacco”. O ancora: ”Pannoloni originali a mutandina varie quantità, il pacco è da 30 pezzi”, ”Pannoloni a mutandina, 30 pezzi per confezione. Ritiro a domicilio. Disponibili 10 confezioni”. Sono solo alcuni delle decine e decine di annunci di vendita on-line in Campania di pannoloni per incontinenti di una nota marca che si incontrano sul web.

I prezzi? Tutti sottocosto con confezioni vendute anche ad appena 3 euro e la cosa ha fatto insospettire il presidente di Federfarma Napoli Michele Di Iorio. ”È plausibile – dice Di Iorio – che i pannoloni rivenduti on-line siano gli stessi che la Regione consegna a domicilio gratuitamente attraverso la ditta aggiudicataria e probabilmente eccedenti rispetto alle necessità di chi li riceve. Non può essere solo un caso che tutte le vendite on-line siano della stessa marca e a costi irrisori”. Sbirciando tra i vari annunci, poi, c’è chi ne promette più confezioni, chi la possibilità di un approvvigionamento regolare nel tempo, chi ancora offre anche traversine e guanti in lattice. Tutti i prodotti in offerta hanno un unico comune denominatore: la marca. Ed è proprio questo il punto nodale della questione, spiega Di Iorio: la Regione Campania, infatti, nel 2009 ha bandito attraverso la So.Re.Sa. una gara per la fornitura dei pannoloni per incontinenti vinta dalla stessa ditta i cui prodotti vengono ora rivenduti on-line. I pannoloni vengono consegnati direttamente dalla ditta aggiudicataria a casa dei cittadini che ne hanno diritto, ma evidentemente in quantità eccedenti rispetto al reale fabbisogno. Il costo della distribuzione dei pannoloni, in capo alla Regione Campania, è di circa 80 milioni di euro, secondo l’importo della gara d’appalto. ”Ciò vuol dire – dice Di Iorio – che si crea un surplus di forniture rispetto alle reali esigenze:se a un incontinente vengono consegnate, ad esempio, 500 pezzi per un anno, nessuno controlla se lo stesso ne usi 300 o 400 per una tipologia di prodotto il cui utilizzo è evidentemente variabile. Sono sconcertato – conclude Di Iorio – perché la Regione, nello specifico il servizio regionale per il ‘rientro del debito sanitario’, da un lato centellina le risorse, pretendendo dai titolari di farmacia sempre maggiori servizi a minor costo, mentre dall’altro sostiene l’utilità di gare che producono spese non controllate, incentivando, al contrario, la nascita di nuovi piccoli ”imprenditori del pannolone”.

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