Cinquecentoquarantuno milioni di euro: arriva dalla Cassazione l’ultima tegola di un periodo difficile per Silvio Berlusconi, che domani dovra’ affrontare il voto della giunta per le elezioni sulla sua decadenza da senatore. Giornata complicata, per il leader del centrodestra.

Era annunciato un videomessaggio per l’ora di pranzo (oggetto: liquidazione del Pdl, rilancio di Forza Italia, assicurazioni sul governo), poi e’ stato fatto sapere che la cosa sarebbe slittata a domani. Nel pomeriggio la tegola della sentenza della corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso di Mediaset sul caso del Lodo Mondadori. Risultato: il gruppo dovra’ pagare alla Cir, per l’appunto, 541 milioni di euro. Anche se sono 23 in meno della sentenza di grado inferiore, per Mediaset e’ una mazzata con pochi precedenti. “Nessuno puo’ sentirsi sicuro della propria liberta’ personale – reagisce immediatamente Sandro Bondi – sicuro dei propri beni, sicuro dei propri diritti”. “E’ un golpe rosso”, accusa Luca D’Alessandro.

Finora il Cavaliere era stato dato come intento a limare il testo del videomessaggio per domani. Le sue reazioni personali all’ultima sentenza non sono ancora note. Intanto, mentre la Giunta ha terminato la discussione generale sulla decadenza (il voto e’ previsto per domani sera) il senatore socialista Enrico Buemi lancia una proposta: Berlusconi sia dichiarato decaduto dalla giunta per le Elezioni perche’ interdetto dai pubblici uffici con una sentenza passata in giudicato, ma non per le norme contenute nella legge Severino che potrebbe essere impugnata. Ma la proposta incassa lo stop immediato del presidente della Giunta e quello politico del Pd. Dario Stefano la definisce “non accoglibile e infondato perche’ fuori dal regolamento della Giunta e del Senato”. Quanto al Pd, “il cosiddetto lodo Buemi non ha alcuna ragion d’essere”, ha assicurato Danilo Leva, presidente Forum Giustizia del Partito Democratico. “Non vi sono strade alternative rispetto al percorso stabilito in Giunta. Si tratta di una soluzione impraticabile”. Il Movimento 5 Stelle intanto ha depositato la proposta di modifica del regolamento del Senato per abolire il voto segreto. Resterebbe solo per l’elezione del presidente del Senato e per le altre cariche.

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