Il movimento No Tav deve “compiere un altro salto in avanti, politico organizzativo, assumendone anche le conseguenze, o arretrare”. E’ quanto scrivono dal carcere in cui sono rinchiusi, in un documento apparso su internet, Alfredo Davanzo e Vincenzo Sisi, delle cosiddette ‘nuove Br’. Sisi e Davanzo furono arrestati nel 2007 con l’accusa di far parte del Pcpm – Partito comunista politico-militare.
Il documento in cui compare la loro firma si intitola ‘Contro la repressione, nuova determinazione’ e, fra l’altro, parla anche del movimento No Tav, di cui sottolinea “la valenza antagonista di portata generale”. Ci sono delle “simpatiche consonanze” fra i No Tav imputati nel maxi processo di Torino e “la nostra dimensione di prigionieri rivoluzionari e dei nostri processi politici”. Lo scrivono Alfredo Davanzo e Vincenzo Sisi, delle cosiddette ‘nuove Br’, in un documento apparso su internet, riferendosi alla linea difensiva scelta dai militanti chiamati a giudizio davanti al tribunale subalpino per gli scontri del 2011 con le forze dell’ordine.
L’accostamento tra nuove Br e No Tav è “una provocazione che respingiamo con forza”. E’ quanto afferma un comunicato No Tav firmato ‘Comitato di lotta popolare – Bussoleno’. La nota definisce come “fantomatico” il documento diffuso sul web a firma Alfredo Davanzo e Vincenzo Sisi. “Facciamo fatica – prosegue la nota dei No Tav sul documento di Davanzo e Sisi – a trovarlo sui siti internet, anche quelli di movimento”, ma comunque lo “rispediamo al mittente”. I No Tav commentano in modo negativo la decisione del governo di inviare altri duecento militari in Valsusa, “a difendere il cantiere di Chiomonte, ovvero la fortificazione di un’opera imposta e inutile che rappresenta solamente il bancomat della casta e dei partiti”.
Un atto, sostengono, con cui “il governo dimostra il fantomatico dialogo con la Valle di Susa e con la ‘legittima protesta degli abitanti’ come piace dire a molti in questo periodo”. “Vediamo poi che anche la nuova nomina del Prefetto di Torino – concludono – sarebbe propedeutica ad ostacolare la nostra lotta, cosa che dal curriculum del prefetto non ci sembra, ma ne prendiamo atto. Noi come sempre alimentiamo la resistenza”.