La frode fiscale realizzata da Silvio Berlusconi nell’ambito della vicenda Mediaset e’ aggravata dal suo ruolo di uomo politico. E’ questo uno dei passaggi delle motivazioni, depositate oggi, del verdetto pronunciato il 19 ottobre scorso dai giudici della Corte d’Appello di Milano che hanno rideterminato in due anni l’interdizione dai pubblici uffici per il leader del Pdl.
Secondo i giudici, “Berlusconi e’ stato l’ideatore” della frode e “a cio’ si deve anche aggiungere che il ruolo pubblicamente assunto dall’imputato, non piu’ e non solo come uno dei principali imprenditori incidenti sull’economia italiana, ma anzi e soprattutto come uomo politico, aggrava la valutazione della sua condotta”. “Alla luce di tali considerazioni – proseguono i giudici – si ritiene che anche la durata della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici debba essere commisurata alla oggettiva gravita’ dei fatti contestati e quindi non possa attestarsi sul minimo della pena”.