SANT’ARPINO – Sarà un dibattito aperto, franco, senza mediazioni, con il contributo di medici, docenti, ricercatori, appartenenti alle forze dell’ordine, e semplici cittadini, quello che sabato 2 Novembre trasformerà Sant’Arpino nella capitale della lotta contro la “Terra dei Fuochi”. Emblematico il titolo scelto dall’associazione Rinascita Santarpinese e dal giornale on line “Parallelo 41” per l’incontro-dibattito in programma nella sala convegni del Palazzo Ducale “Sanchez de Luna”, in Piazza Umberto I, a partire dalle ore 17:00: “Cavoli Amari”.

 

I lavori, che saranno moderati dalla giornalista di “Parallelo 41” Ilaria Puglia e da Giampaolo Longo di Rai 2, saranno caratterizzati dagli interventi del dottor Antonio Giordano, Direttore dell’Istituto per la Ricerca sul Cancro e sulla Medicina Molecolare della Temple University di Philadelfia, del dottor Antonio Marfella, oncologo dell’Ospedale “Pascale” di Napoli, nonché rappresentante dell’ISDE- Medici per l’Ambiente, del Colonnello Sergio Costa, Comandante Provinciale Napoli del Corpo Forestale, e dell’ingegner Salvatore Legnante, in rappresentanza dell’associazione Rinascita Santarpinese.

 

La sessione di lavoro, che sarà introdotta dal saluto del Presidente del sodalizio atellano Alessandro Belardo, vedrà anche l’intervento via Skype dall’America di una tra le più importanti giornaliste esperte d’ambiente degli Stati Uniti, Cristine Mc Donald, che descriverà come il problema della Terra dei fuochi sia sentito oltreoceano.

Abbiamo voluto– dichiarano gli organizzatori- un confronto, per  informare e affrontare i dubbi che ancora esistono sulla gravità delle problematiche relative alla Terra dei fuochi. Un modo per dar voce a chiunque abbia necessità di raccontare la sua storia, condividere il suo dolore o la sua speranza. Abbiamo l’esigenza di non dimenticare quello che è successo, e di mettere insieme le forze per reagire. Meno di un anno fa, la Terra dei fuochi era ancora poco conosciuta, nonostante validi giornalisti e fotografi documentassero da anni lo scempio di parte della nostra regione. Poi, grazie al lavoro, alle urla, al dolore, alla forza dei cittadini di quei comuni martoriati della provincia di Napoli e Caserta, la Terra dei fuochi è finalmente stata riconosciuta come un problema difficile. Ora, deve diventare un problema risolto”.

 

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