“Gravi sono gli indizi consistenti, cioè resistenti alle obiezioni, e quindi attendibili e convincenti”. È un passaggio delle motivazioni della Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila sulla sentenza di condanna di secondo grado a 30 anni nei confronti di Salvatore Parolisi per l’omicidio della moglie Melania Rea.
“Nel caso in esame – spiega la Corte – la regola di giudizio va necessariamente posta in relazione con l’indubbio carattere indiziario del compendio probatorio raccolto nel giudizio di primo grado” Nelle motivazioni, riferendosi ancora agli indizi, si rileva che “precisi sono quelli non generici e non suscettibili di diversa interpretazione altrettanto o più verosimile e, perciò non equivoci; concordanti sono quelli che non contrastano tra loro e più ancora con altri dati o elementi certi”. L’avvocato Valter Biscotti, uno dei due difensori di Salvatore Parolisi, ha annunciato il ricorso in Cassazione nel termine previsto dalla presentazione delle motivazioni della sentenza di secondo grado. “Per ora so solo che si tratta di motivazioni corpose – ha spiegato Biscotti -: nei contenuti le dobbiamo sviluppare, sicuramente nei termini previsti dei 45 giorni presenteremo ricorso in Cassazione”.