“Gli italiani sono tra i migliori donatori di sangue in Europa. L’80% di loro lo fa periodicamente e con costanza, consentendo così maggiore sicurezza al paziente che riceverà la trasfusione e favorendo, nel volontario, l’assunzione di un stile di vita sano e consapevole che ottimizza il funzionamento di tutto il sistema di raccolta”.
E’ quanto spiegato oggi da Vincenzo Saturni, presidente nazionale dell’Avis (Associazione Volontari Sangue), nella presentazione del Libro Bianco che fotografa analisi e prospettive dell’organizzazione nel contesto nazionale. “Un punto di forza dell’Italia, che ci vede al secondo posto in Europa, è il nostro straordinario patrimonio di fidelizzazione dei volontari, definiti dalla legge come veri e propri operatori sanitari perché concorrono al raggiungimento dell’autosufficienza nazionale”, spiega Saturni. Con oltre 256.000 persone – emerge dal rapporto presentato alla Camera dei Deputati – la Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di donatori di sangue. Ma, rispetto alla popolazione residente, quella con la percentuale più alta di donatori è la Basilicata (5,84%), seguita da Umbria (5,44%) ed Emilia Romagna (5,43). A favorire il risultato, il forte radicamento dell’associazionismo sul territorio, definito da Saturni “uno dei valori aggiunti del sistema sangue italiano”. In particolare è proprio l’Avis, nata nel 1927, la principale associazione del settore: presente in 3.254 comuni italiani, rappresenta il 71% dei donatori italiani e garantisce il 79% del fabbisogno nazionale. E dall’Avis arrivano i consigli su come prepararsi alla donazione. “E’ consigliabile – secondo Lisa Baesso, biologa nutrizionista – una dieta ricca in ferro e liquidi e povera in grassi. Non serve andare a stomaco vuoto, anzi, una colazione leggera a base di succhi, spremute e fette biscottate va benissimo. Anche i vegani non sono esclusi, per loro il ferro è assimilabile da legumi, spinaci e frutta secca, ma meglio aggiungere succo di limone a questi alimenti perché la vitamina C facilita l’assorbimento di ferro, a differenza di caffè e tè, che andrebbero assunti separatamente”.