SAN NICOLA LA STRADA – Una terra malata, avvelenata, il cui futuro è stato ipotecato in nome del denaro. È noto da tempo che una parte della Campania vive un’emergenza ambientale e sanitaria di proporzioni enormi, una devastazione indicibile creata consapevolmente da traffici criminali di rifiuti pericolosi, nel colpevole silenzio istituzionale (o peggio ancora, in qualche caso nella piena connivenza).

Una terra dove il tasso di tumori è elevatissimo e continua a crescere anche a San Nicola la Strada. Cronaca di una morte annunciata da tempo. Da anni gruppi di cittadini, associazioni e comitati denunciano lo scempio e la crescente mortalità per tumore. La “terra dei fuochi” tra Napoli e Caserta non prevede, al suo interno, proprio i due capoluoghi, né, tantomeno, la Città di San Nicola la Strada. A leggere i nominativi dei 57 Comuni previsti nel decreto, troviamo Marcianise e Maddaloni, mentre San Nicola la Strada, che si trova proprio in mezzo, è stata esclusa. Eppure la Città si trova compresa fra la ex discarica Migliore Carolina di San Marco Evangelista (chiusa di alcuni anni) e le discariche Lo Uttaro e Mastroianni di Caserta. Per quanto riguarda la discarica di Lo Uttaro, secondo la Società Italiana di Medicina Generale non è poi così innocua, visto che su 26.500 persone residenti nel raggio di tre chilometri dal sito, si è verificato “….un incremento statisticamente rilevante di patologie”. La situazione è altamente drammatica ma, oggi vogliamo ricordare a quanti lo avessero dimenticato (e noi della Gazzetta di Caserta non siamo fra questi) che già nel lontano 2001-2003, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) aveva pubblicato un rapporto denunciando l’aumento abnorme delle morti per tumore, specialmente fra quelle di minori. Gli anni passano ed i nostri politici non fanno nulla. La Regione Campania, nel 2003, ha effettuato, con l’aiuto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, del C.N.R., della Protezione Civile, uno studio epidemiologico sulle neoplasie e sulle malformazioni neonatali presenti nella popolazione, che prese il nome di: “Trattamento dei rifiuti in Campania: impatto sulla salute umana”.

I dati regionali individuarono dei comuni in cui c’era ha una maggiore incidenza di malattie tumorali e di malformazioni. Fra questi, ricordiamo: Aversa, Capodrise, Casagiove, Casal di Principe, Caserta, Castel Volturno, Marcianise, San Cipriano d’Aversa, Santa Maria Capua Vetere, San Nicola la Strada, Villa Literno, Afragola, Arzano, Caivano, Casoria, Frattamaggiore, Giugliano in Campania, Marano di Napoli, Marigliano, Melito di Napoli, Mugnano di Napoli, Pomigliano d’Arco, Sant’Antimo e Volla. A suo tempo, venne anche pubblicato un rapporto, commissionato dal Dipartimento di Protezione Civile – all’epoca guidato da Guido Bertolaso – e condotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dal CNR, dall’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Al progetto concorsero l’Osservatorio Epidemiologico Regionale della Campania, l’ARPA Campania e le strutture sanitarie territoriali, fra cui L’ASL CE1. Questo rapporto evidenziò una forte corrispondenza tra la presenza di discariche di rifiuti e/o inceneritori e l’aumento di mortalità per cause tumorali all’interno di un’area territoriale. Le analisi consentirono l’identificazione di un’area nella quale la mortalità generale e i tassi specifici per diverse patologie tumorali sono particolarmente alti. Numerosi comuni segnalati dal rapporto si caratterizzano per vari sedi tumorali, tra le quali figurano il tumore maligno dello stomaco, del rene, del fegato, di trachea – bronchi e polmoni, della pleura e della vescica. Esistono segnalazioni epidemiologiche che li hanno messi in relazione ad esposizioni strettamente ambientali derivanti dalla vicinanza residenziali a siti di trattamento dei rifiuti. Nel territorio studiato, che fa riferimento al periodo 1994-2001, fra le altre città c’è anche San Nicola La Strada.

 

Nunzio De Pinto

 

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