La grande bellezza vince l’Oscar come miglior film straniero. Era da 15 anni, dal 1998, che l’Italia non agguantava la statuetta. Il regista Paolo Sorrentino, visibilmente emozionato, sale sul palco insieme al protagonista Servillo e al produttore Giuliano: “Grazie a Toni e Nicola, grazie agli attori e ai produttori. Grazie alle mie fonti di ispirazione, i Talking Heads, Federico Fellini, Martin Scorsese, Diego Armando Maradona. Grazie a Napoli e a Roma, e alla mia personale grande bellezza, Daniela e i nostri due figli”. L’Italia ha sconfitto i rivali più temibili, il belga Alabama Monroe e il danese Il sospetto di Thomas Vintenberg.

Ideato e scritto dallo stesso Sorrentino con Umberto Contarello, La grande bellezza è ambientato e interamente girato a Roma. Dame dell’alta società, parvenu, politici, criminali d’alto bordo, giornalisti, attori, nobili decaduti, alti prelati, artisti e intellettuali veri o presunti tessono trame di rapporti inconsistenti, fagocitati in una babilonia disperata che si agita nei palazzi antichi, le ville sterminate, le terrazze più belle della città. Ci sono dentro tutti. E non ci fanno una bella figura. Jep Gambardella, 65 anni, scrittore e giornalista, dolente e disincantato, gli occhi perennemente annacquati di gin tonic, assiste a questa sfilata di un’umanità vacua e disfatta, potente e deprimente. Tutta la fatica della vita, travestita da capzioso, distratto divertimento. Un’atonia morale da far venire le vertigini. E lì dietro, Roma, in estate. Bellissima e indifferente. Come una diva morta. Film stupendo. Da Oscar.

http://www.youtube.com/watch?v=hpPz0Umsff4

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