Convalidato il fermo per quattro persone ritenute responsabili della rapina alla gioielleria Momenti d’Oro di Macerata Campania e fermate nei giorni scorsi dai carabinieri della locale stazione. In totale sono sei le persone colpite dalla misura di custodia cautelare in quanto le indagini hanno portato all’aggravamento della misura anche per altre due persone già ai domiciliari. Tali provvedimenti coronano un’attività investigativa volta a identificare gli autori della rapina a mano armata compiuta il 20 novembre 2013 in danno della gioielleria “Momenti d’Oro” di Macerata Campania, nel corso della quale furono sottratti gioielli per un valore stimato in 300.000 euro circa. Le prime indagini permettevano di identificare e di arrestare i due esecutori materiali e i due basisti, notati dalla vittima in più occasioni prima della rapina. Successivamente, l’analisi del materiale rinvenuto nelle perquisizioni e le dichiarazioni degli arrestati ha consentito: di giungere all’identificazione di altri quattro soggetti coinvolti nella rapina, tra cui i due compiici a volto coperto penetrati all’interno della gioielleria e altri due partecipi, che fungevano da palo; di acquisire ulteriori elementi a carico dei soggetti già individuati fin dall’inizio quali “basisti” che sono risultati aver procurato le armi utilizzate (entrambe risultate armi vere). Particolare di rilievo nell’intera indagine, già sottolineato in occasione del precedente provvedimento cautelare, è il commento carpito all’indagata Carandente che confermava il possesso, da parte del commando, di armi vere, pronte a sparare. In particolare la donna commenta così l’ipotesi dell’incontro con una pattuglia di carabinieri durante la rapina prospettatole dall’avvocato: “…e ma ci lasciava la pelle…i ragazzi che stavano con me erano molto timorosi… manco li cani c’era un conflitto a fuoco. ..io ti coprivo… però… uno ha il diritto di fare fuoco sui carabinieri… giustamente si facevano la cartella…”, evidenziando di non avere alcuna remora o scrupolo a fare uso delle armi contro i militari. Ulteriori accertamenti sui legami familiari hanno permesso di acclarare un legame di consanguineità tra un componente del gruppo e il clan Abbinante operante nel comune di Marano di Napoli e vertice del cartello degli scissionisti. Il provvedimento, che ha sancito la definitiva disarticolazione di un gruppo criminale dedito alla commissione di rapine, e costituito da ben otto persone, rientra nell’ambito nel quadro di una serie di attività svolte dal Comando Provinciale dei carabinieri di Caserta e coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, volte al contrasto del pericoloso fenomeno dei reati co^ro il patrimonio, in particolare quelli commessi con l’uso della violenza.
Ecco i nomi
1. SPERANZA Mariano, nato a Napoli il 10.5.1991;
2. DE FELICE Gennaro, nato a Napoli il 31.1.1991;
3. DI ROSA Paride nato a Mugnano di Napoli il 6.9.1983;
4. SCOTTI Fortunato nato a Napoli il 23.9.1985;
5. PALUMBO Maria, nata a Mugnano di Napoli il 12.10.1987;
6. DALIZZO Ciro, nato a Portico di Caserta il 4.6.1978