Le sezioni unite penali della Cassazione hanno deciso di diminuire le pene definitive per spaccio di droghe leggere, inflitte nel periodo in cui era in vigore la legge Fini Giovanardi, dichiarata incostituzionale lo scorso febbraio. Oggi sono circa 14mila le persone detenute in carcere per tale reato: per alcune migliaia e’ possibile che la rideterminazione al ribasso della pena porti direttamente alla scarcerazione. In questo modo sono state chiarite le ricadute della pronuncia della Corte Costituzionale, a seguito della quale e’ tornata in vigore la legge Iervolino-Vassalli. Per capire fino in fondo le conseguenze della sentenza delle sezioni unite penali della Suprema Corte, naturalmente bisognera’ attendere il deposito delle motivazioni, sulla base delle quali i giudici addetti all’esecuzione pena dovranno vagliare le istanze di revisione – molte sono gia’ state presentate subito dopo il verdetto della Consulta sulla Fini-Giovanardi – che arriveranno dai condannati in via definitiva per spaccio di droga leggera. In realt� i giudici della suprema corte erano chiamati a pronunciarsi su una questione piu’ generale rispetto alle norme in materia di stupefacenti: la questione da chiarire era infatti “se la dichiarazione di illegittimita’ costituzionale di una norma penale diversa dalla norma incriminatrice, ma che incide sul trattamento sanzionatorio comporti una rideterminazione della pena in sede di esecuzione, vincendo la preclusione del giudicato”. La soluzione dei giudici di piazza Cavour e’ stata “affermativa”. In tal modo, questo principio generale secondo cui l’illegittimita’ costituzionale di una norma ‘travolge’ anche le condanne gia’ divenute definitive, assume oggi particolare importanza in relazione agli effetti della bocciatura della legge Fini-Giovanardi sulle condanne passate in giudicato. La sentenza potrebbe avere, dunque, notevoli ripercussioni anche sul numero di detenuti che stanno scontando una condanna per spaccio di droghe leggere. Inoltre, i giudici della Cassazione, nella massima provvisoria diffusa al termine della camera di consiglio, spiegano che la rideterminazione della pena e’ possibile anche per i recidivi, nel caso i cui venga ritenuta prevalente la circostanza attenuante della lieve entita’ del fatto. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulla legge in materia di stupefacenti, la Cassazione aveva gia’ affrontato in questi mesi i casi riguardanti processi ad imputati per spaccio di droghe leggere: per questi processi ancora in corso, la Suprema Corte ha applicato il principio del ‘favor rei’, ritenendo dunque che nei processi ancora in atto si torni ad applicare la legge Iervolino-Vassalli. “Sacrosanta la decisione delle sezioni unite penali della Cassazione sulla revisione al ribasso delle condanne definitive per spaccio di droghe leggere. Ancora una volta la magistratura provvede la’ dove la politica non fa o tarda a fare. Si intervenga immediatamente per sanare quella intollerabile ingiustizia che vede recluse migliaia di persone, condannate a una pena prevista da una norma dichiarata incostituzionale”. Lo afferma il senatore del Partito democratico Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti Umani a Palazzo Madama.
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