“Abbiamo trovato una situazione di grave sovraffollamento, la struttura può ospitare 100 recluse e ne contiene attualmente circa il doppio. Inoltre ci sono tempi lunghi per i ricoveri in ospedale, tempi che possono durare anche molti mesi a causa della endemica difficoltà ricettiva del reparto detentivo del Cardarelli”. Lo ha dichiarato Nicola Caputo, consigliere regionale del Pd e presidente della Commissione Trasparenza nel corso della sua visita all’istituto penitenziario femminile di Pozzuoli. Ancora una tappa nel percorso di indagine sui livelli di assistenza sanitaria erogati negli istituti penitenziari della Regione Campania. Ad accogliere Caputo, sono stati la direttrice dell’Istituto Stella Scialpi e Antonio Caiafa, USD Medicina Penitenziaria. “Per la precisione – ha spiegato Caputo – in questo momento sono recluse 192 persone, la struttura ne sopporterebbe 100. Le recluse sono divise per tre piani e controllate da 112 agenti di Polizia penitenziaria. Per loro ci sono un medico incaricato e altri 10 che lavorano in turnazioni ed assicurano una unità di guardia medica h 24, oltre a 5 psichiatri. L’istituto è dotato di un poliambulatorio che garantisce alcune visite specialistiche. Il ginecologo è presente solo una volta a s settimana, che è decisamente poco per un istituto femminile”. “Il sovraffollamento, si deve dire, è compensato da alcune iniziative lodevoli come iI sistema delle celle aperte che consente alle detenute di muoversi anche al di fuori delle stanze. All’interno dell’istituto sono attive una serie di iniziative gestite da volontari e associazioni come la “Boutique Rosa” dove le recluse possono trovare alcuni prodotti di necessità e una torrefazione il “Caffè Lazzarelle” gestita dall’omonima cooperativa che con il contributo delle recluse produce una miscela di caffè già commercializzata”. “Nonostante gli sforzi dall’Italia in questi ultimi mesi, per diminuire il sovraffollamento carcerario, ci sono ancora situazioni critiche. A queste si aggiungono la difficoltà di accesso ad un regime di assistenza sanitaria adeguato. Il fatto che il reparto detenuti del Cardarelli faccia registrare liste d’attesa lunghe e particolarmente penalizzanti per le donne aggrava la situazione dell’Istituto di Pozzuoli. C’è ancora da lavorare, – conclude Caputo – nonostante i risultati ottenuti, tutti gli allarmi lanciati, a cominciare da quelli del capo dello Stato, rimangono drammaticamente attuali”.

 

 

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