Si sta spostando sul web la contrapposizione tra le tifoserie di Roma e Napoli dopo l’accoltellamento, avvenuto la notte di sabato scorso a Napoli, di un aiuto cuoco di 25 anni di fede calcistica romanista. Da ieri, cioè da quando si è diffusa la notizia, c’è chi ha pensato, erroneamente secondo la Digos che indaga sull’episodio, che si sia trattato di un gesto di vendetta per la morte di Ciro Esposito, il giovane di Scampia morto in ospedale dopo oltre 50 giorni di calvario. Ma gli indizi finora raccolti non fanno propendere gli investigatori verso questa ipotesi. Gli investigatori, intanto, tengono in piedi tutte le piste e si sta indagando, anche sul web, soprattutto sui social network, (Twitter e Facebook), per cogliere eventuali indizi utili agli accertamenti. Al momento, il movente più plausibile è che il giovane tifoso della Roma, con un daspo di tre anni per tafferugli all’Olimpico, sia stato ferito con una coltellata al gluteo per motivi di lavoro e non per la sua fede calcistica. Il ragazzo è stato sorpreso da un individuo in un vicolo del centro di Napoli che, dopo avergli gridato “vattene sporco romano”, ha sferrato il fendente al gluteo che lo ha mandato in ospedale con una prognosi di 10 giorni. L’attività investigativa, oltre che attraverso i canonici mezzi di indagine, si sta concentrando anche sul web, tenendo sotto controllo hashtag e parole chiavi “sensibili”. Intanto le tifoserie “ufficiali” del Napoli prendono le distanze dall’accaduto classificando il ferimento del giovane come il gesto isolato di qualcuno che non ha legami con il tifo organizzato azzurro. Ma sul web in molti hanno già interpretato il fatto come una dichiarazione di guerra: sono stati riscontrati numerosi post contenenti frasi ingiuriose e la pubblicazione di minacciose foto raffiguranti coltelli e altri oggetti atti ad offendere. La Polizia di Stato ribadisce che al momento non ci sono prove che avallino la tesi di una vendetta per la morte del povero Ciro. Sia per quello che l’aggressore ha detto alla vittima prima di accoltellarla (“Te ne devi andare da questa città, qui non ti vogliamo. Hai capito, sporco romano?”) sia per le modalità usate per commettere il gesto (l’aggressore ha agito da solo e di solito gli scontri tra le tifoserie vedono in coinvolgimento di gruppi di opposta fede) poi non c’è stato alcun riferimento a Ciro e al Daniele De Santis, l’ultrà accusato di avere sparato. É molto più verosimile, secondo gli investigatori, che il giovane romano sia stato ferito per questioni lavorative, forse da qualcuno che ambiva a prenderne il posto nell’albergo dove la vittima lavora da qualche tempo come aiuto cuoco.