QUINDICI – Domani fa tappa a Quindici il Festival dell’Impegno Civile, l’unica manifestazione nazionale interamente realizzata sui beni confiscati alla criminalità organizzata, promossa dal Comitato Don Peppe Diana e da Libera coordinamento Provinciale di Caserta, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

Nel comune avellinese  del Vallo di Lauro, insanguinato per anni dalla terribile faida tra i clan Graziano e Cava,  dove la camorra sedeva anche tra i più alti banchi delle istituzioni, oggi, dalla società civile, dalla cittadinanza attiva, viene un forte segnale di riscatto che parte proprio dal riutilizzo dei beni confiscati «Quello di domani sarà un momento di grande importanza per tutto quanto si sta determinando su questi territori» afferma Valentina Paris, referente di Libera Avellino promotrice di questa tappa del Festival «Per anni abbiamo dovuto subire l’assenza dello Stato, eppure dal basso, dai cittadini e dalle associazioni, è giunto un segnale forte e netto di legalità e giustizia sociale. Proprio a Quindici si sta costruendo il primo progetto di riutilizzo sociale di un bene confiscato nell’avellinese, e in quella che fu una delle dimore dei Graziano nascerà presto un maglificio che darà anche nuove possibilità di sviluppo e occupazione sostenibile e inclusiva». Proprio in questo bene, la villa confiscata ad Adriano Graziano in via Masseria D’Alia, domani dalle 17,00 si svolgerà l’intenso programma del Festival che prevede la presentazione del libro La Faida di Giovanni Sperandeo cui, con l’autore e Valentina Piras, parteciperanno il Presidente della Commissione Regionale per i Beni Confiscati Antonio Amato, il sindaco di Quindici Liberato Santaniello e il consigliere esterno alla legalità Marco Cillo, il referente del Comitato Don Peppe Diana e di Libera Caserta Valerio Taglione. E’ stato invitato anche il Presidente della Provincia di Avellino Cosimo Sibilia. Dopo il dibattito, la proiezione del documentario “Una tragica fatalità”, sulla storia di Nunziante Scibelli, vittima innocente di camorra, assassinato sulla strada tra Lauro e Quindici il 30 ottobre 1991 mentre era a bordo della sua auto con la moglie in stato di avanzata gravidanza. Scibelli protesse la moglie col proprio corpo mentre i killer dei Graziano sparavano oltre 100 colpi d’arma da fuoco avendo scambiato la sua auto con un’altra sulla quale viaggiavano i veri obiettivi dell’agguato, esponenti del clan Cava. Alla proiezione del documentario saranno presenti alcuni familiari di Antonio Scibelli. In serata, quindi, degustazione dei prodotti coltivati sui beni confiscati, proiezioni di film e concerti «La tappa a Quindici di una manifestazione importante come il Festival dell’Impegno Civile ci fa sentire più forti, perché nella lotta contro la camorra e le mafie bisogna costruire reti e sinergie» dice la referente di Libera Avellino «Il riutilizzo sociale dei beni liberati dalla camorra è uno strumento fondamentale. Siamo felici che oggi le istituzioni, a partire dal comune di Quindici e dalla Regione Campania, abbiano voluto dare fiducia al progetto del maglificio che stiamo portando avanti. E’ il primo segno tangibile di un cambiamento non solo possibile ma già in atto». Anche i Promotori del Festival sottolineano l’importanza della tappa di domani e  la felice concomitanza con gli arresti di oggi dei responsabili dell’omicidio di Domenico Noviello «Questo Festival, la tappa di domani e tutte le altre, il riutilizzo stesso dei beni confiscati, sono oggi possibili perché, da persone come Domenico Noviello, abbiamo imparato che non ci si può arrendere alla violenza della camorra, che si deve denunciare, che non si può tacere» affermano i promotori della kermesse «Questo Festival fa memoria viva di quanto accaduto a  Domenico Noviello, a Nunziante Scibelli, a Don Peppe Diana, a tutte le vittime innocenti di camorra. La loro storia diventa la nostra storia. A partire dai beni liberati dalle mafie si costruisce un presente e un futuro migliori. Che questo stia accadendo a partire da comuni come Quindici, Casal di Principe, Casalnuovo, Castel Volturno, Sessa Aurunca, è un segnale di grandissima speranza per l’Italia intera»

 

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