CASERTA – Stamani il consiglieri Cobianchi ha presentato un nuovo esposto alla Procura della Repubblica sempre con riferimento alle attività edilizie modificatorie in corso nella parte storica del centro urbano. Due gli elementi di spicco che emergono dalla denunzia: 1) dal sopralluogo effettuato cinque giorni or sono nella “Locanda della Posta” sono emerse rilevantissime dicotomie tra il reale stato dei luoghi – che conserva integri buona parte degli orizzontamenti e vaste porzioni dell’originario impianto decorativo – e come lo stesso sia stato rappresentato nei grafici depositati in Comune.

Questa non corretta rappresentazione potrebbe aver indotto in errore tanto il Settore Tecnico di Palazzo Castropignano che la competente Soprintendenza, la quale, in conseguenza di ciò, ha dato parere favorevole, con prescrizioni insignificanti, rispetto ad un intervento che mai avrebbe potuto essere assentito, in ragione dell’incontrovertibile interesse storico-artistico-architettonico dell’immobile e dello stato di conservazione con cui è giunto ai giorni nostri, sopportando egregiamente anche il collaudo dinamico determinato dal sisma del 1980 ( a differenza di tanti edifici più moderni, in conglomerato cementizio armato, tanto cari a certi tecnici che osano definire “topaie” fabbricati di assoluto prestigio); 2) i progetti presentati per gli immobili in parola dovevano essere dichiarati, tanto dalla Soprintendenza, che dal Comune irricevibili, a tenore dell’art. 52 del R.D. n°2537/1925 – mai abrogato – che riserva alla competenza esclusiva dell’Architetto le progettazioni di interventi compiuti non solo su immobili vincolati, ma anche su quelli meramente definiti di “rilevante carattere artistico”, con i chiarimenti esplicativi forniti in tal senso da una Giurisprudenza del Consiglio di Stato mai come nel caso di specie, unanime, continuativa e consolidata. Tutto ciò impone di sospendere immediatamente le opere in parola, con apposite Ordinanze. Il cons. Cobianchi ha formalmente richiesto alla Soprintendenza, ai sensi di Legge, l’applicazione immediata di un vincolo “generale” per salvaguardare l’unica traccia residua dell’impianto urbanistico-architettonico settecentesco di Caserta, rappresentato dall’insediamento di via Leonetti, piazza Vanvitelli, c.so Giannone, prescelto dalla Nobiltà e, successivamente, dalla Borghesia ad Est dell’erigendo Palazzo Reale, in contrapposizione a quello delle maestranze, posto ad Ovest, sul nuovo asse vanvitelliano di sviluppo della Città. Accanto a questo vincolo “generale” il cons. Cobianchi ha chiesto l’apposizione di un vincolo diretto, con applicazione immediata delle norme di salvaguardia, oltre che sui due immobili in parola, anche su due edifici di c.so Giannone, uno dei quali, in Loc. Aldifreda, avente enorme rilevanza storica per essere stato dapprima la residenza dei Marchesi de’Gregorio e, quindi, la sede dell’Intendenza di Terra di Lavoro; e su due di via Leonetti, uno dei quali appartenuto ad una Famiglia Principesca. Con la presente si segnala, inoltre, la lettera aperta, indirizzata al Soprintendente DAVID, che il Gr. Uff. prof. arch. Mario De Cunzo – già temutissimo Soprintentente ai Beni Ambientali, Storici e Paesaggistici di Napoli (fu colui che dispose l’abbattimento del famigerato Fuenti), docente di “Analisi dei Centri Storici” presso l’Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”, autore dei Piani Paesaggistici Campani per il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – ha inviato alle SS.LL., pregando di darvi la massima visibilità, in ragione del prestigio, su scala almeno nazionale, del Professore.

 

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