CESA – “Premesso che i ragazzi non residenti pagano per intero il ticket mensa a causa di una scelta politica dettata sopratutto dalle ristrettezze di bilancio. E di questi tempi siccome di risorse non ce ne sono, quelle poche che abbiamo cerchiamo di utilizzarle al meglio per i residenti di Cesa. Altro aspetto da non sottovalutare è che negli anni si sono iscritti nelle scuole di Cesa molti alunni provenienti dai paesi limitrofi, anche non originari di Cesa, a conferma del livello qualitativo d’istruzione raggiunto grazie, tra l’altro, all’impegno e agli investimenti di questa amministrazione comunale e, questo, nonostante i non residenti al momento della preiscrizione vengono avvisati di un costo del ticket a totale carico dell’utente, diversamente da qualcuno che, in modo imbarazzante, asserisce il contrario.

Aggiungo che questo provvedimento è stato preso lo scorso anno ancor prima che si sapesse dell’indizione del referendum, quindi non è né uno screzio né una vendetta nei confronti degli abitanti del Rione Bagno. Il problema che, invece, dovremmo porci per il futuro è legato a un aumento di iscrizioni dai paesi limitrofi con il rischio che le nostre scuole vadano in sofferenza sotto l’aspetto strutturale, penalizzando i nostri cittadini e la qualità della formazione. Ricordo al vice segretario del Pdl e anche al presidente di Cesarinasce che in Consiglio Comunale una buona parte dei consiglieri di opposizione PDL e non solo, erano favorevoli a questa scelta di tutelare di più le famiglie cesane che si trovano a vivere un difficile momento e le amministrazioni sono deputate a farsi carico delle necessità dei propri cittadini. Poi ricordo ancora al vice segretario del PDL nonché presidente di Cesarinasce che la situazione si potrebbe risolvere solo se il comune di residenza si farebbe carico della quota di compartecipazione. Visto il legame che Cesarinasce, con il suo presidente e vicesegretario del PDL, ha con il comune di Aversa, invece di limitarsi a mangiare solo i pasticcini con il mio amico sindaco di Aversa, gli potrebbe chiedere di interessarsi a questa vicenda e noi, come Carinaro e altri paesi limitrofi, saremo ben lieti di risolverla in modo istituzionale. Poi per quanto riguarda la situazione dell’Alberghiero, noto che potreste fare i contabili più che i politici in grado di proporre idee e prospettive nuove di crescita culturale e sociale per questo paese. In ogni caso vi invito a consegnarmi il piano finanziario può darsi che i 100 mila euro di mancato introito, a mio avviso cosa assurda, ci facciano riflettere e optare per una scelta diversa, anche se provinciale e bigotta. Ricordo che l’alberghiero accoglie attualmente più di 60 cesani ed è una scelta di prospettiva per portare un istituto autonomo superiore sul nostro territorio, senza la sede staccata questa prospettiva non potrebbe neanche essere valutata, ma visto che siete contro all’insediamento di un istituto superiore sul nostro territorio è inutile parlarne. Intanto, mi preme rivolgere un invito a Cesare Bortone a cambiare il nome dell’associazione in “PDL2” o “Aversarinasce”, a mio avviso nome adatto al gruppo di amici che rappresenta, anche perché Cesa ha una sua dignità e non vuole diventare né feudo di Aversa né vassalli della città normanna. Ai residenti del Rione Bagno rivolgo un invito affettuoso: noi vi abbiamo lasciato scegliere quando dovevate scegliere, però adesso lasciateci scegliere, senza interferire nelle nostre cose, come spendere le risorse del nostro Comune. E’ vero il Comune di Aversa non prevede una differenziazione tra residenti e non residenti, come fanno del resto tanti altri comuni di tutta italia, è probabilmente una scelta di buona amministrazione per chi se lo può permettere, ma è anche vero che il Comune di Aversa, a differenza di noi, fa pagare l’addizionale comunale Irpef che grava mediamente sulle famiglie per circa 200 euro all’anno, mentre il costo dei rifiuti va oltre i quattro euro al metroquadro, contro i due euro e 95 che pagano i cesani, per non parlare dell’ICI sulla seconda casa. Forse i cittadini di Aversa dovrebbero interessarsi più a questi balzelli che gli complicano la vita e rendono poca cosa un ticket di 2,69 euro, per un pasto che prevede un primo, un secondo, contorno, frutta, merenda e acqua”.

 

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