CASERTA – Dopo le ultime dichiarazioni apparse a mezzo stampa dell’ex Assessore alla Sanità della Regione Campania Mario Santangelo sulla presunta inutilità dei sindacati di base all’interno delle pubbliche amministrazioni, e cosa ancor più grave, sull’azione periferica – a suo dire – “del sindacato nelle strutture ospedaliere e territoriali che ha superato i compito obiettivamente inutili di salvaguardia dei diritti dei lavoratori, per invadere quelli meno accettabili dell’acquisizione dei privilegi”, queste Segreterie regionali non possono esimersi dallo stigmatizzare tali dichiarazioni e al contempo dal fare alcune necessarie e importanti puntualizzazioni.

“E’ sorprendente come una persona di provata esperienza – commenta il Segretario Generale della Funzione Pubblica regionale Rino Brignola – e che ha ricoperto cariche istituzionali di notevoli  responsabilità riesca oggi a dare giudizi e a fornire ricette per alleviare la crisi della Pubblica Amministrazione.

Prima di confutare le sue affermazioni, vogliamo ricordare che Mario Santangelo è stato per ben due volte Assessore alla Sanità della regione Campania (nel 1995 e da aprile 2009 fino alla sconfitta elettorale della Giunta Bassolino, prima del 1995 manager dell’Istututo Pascale), che era in Giunta quando è stato dichiarato il dissesto della Regione Campania, all’epoca dei fatti lo sforamento è stato di 1,1 milioni di euro.Nel 2009 poi, all’atto della sua nomina ad assessore dichiarava  di porsi tre obiettivi:

1)stabilire criteri per determinare il rapporto tra territorio ed ospedali
2)colloquiare con le forze sociali
3)creare un corretto rapporto tra pubblico e privato.

Dei tre: il primo ancora oggi resta una grave criticità, il secondo oggi lo rinnega, lper ‘ultimo si sta ancora cercando un equilibrio. In realtà, insieme alla Giunta Bassolino, l’ex Assessore Santangelo ha lasciato in eredità ai cittadini campani un buco enorme nella sanità e non solo che nonostante gli aumenti di tasse e accise regionali, per essere ripianato necessiterà di un trentennio”.


ANALISI DEBITORIA

Debito sanità: dal 2007 al 2010, 5,3 miliardi di euro
Debito consolidato: 2009, 800 milioni di euro
nel 2010 ammontava a 400 milioni di euro ;

Nel corso del mandato del prof. Santangelo il debito ammontava a 1,2 milioni di euro

“Insomma come stanno le cose ad oggi? – continua Brignola – Mario Santangelo, tra i massimi vertici del PD ex PCI, prova a dare lezioni al sindacato, parla di padroni, si avventura in questioni organizzative senza nemmeno sapere di cosa ben parla, mette in discussione le rappresentanze sindacali aziendali.
Tengo assolutamente a sottolineare che l’abnegazione dei lavoratori ha consentito di garantire  una dignitosa assistenza con orari di lavoro gravemente stressanti e turnazioni fuori da qualsiasi norma contrattuale. Dal 2007 ad oggi solo nella sanità abbiamo 7000 unità in meno”.

In definitiva la Cisl Fp tiene ad evidenziare che il piano di rientro dal debito contratto, anche con la partecipazione del prof. Santangelo, ha determinato il blocco delle  assunzioni e della stabilizzazione dei precari peggiorando la crisi della sanità e penalizzando giovani e famiglie. Ma dunque ci chiediamo da che pulpito viene la predica? E’ chiaro che oggi è comodo dimenticare il passato e cimentarsi in ricette salva conti, ma prima di parlare bisognerebbe fare un buon esame di coscienza, come ci ricorda in maniera incisiva ma anche simpatica il Segretario della Cisl Medici, Massimo De Bellis:
“Il prof. Mario Luigi Santangelo, “re Luigi”, come lo chiamavano alcuni ai tempi in cui era assessore alla Sanità della Regione Campania, negli anni in cui ha addirittura guidato da manager l’Istituto “Pascale”, non si sarebbe mai sognato di disconoscere il ruolo dei sindacati nella difesa dei diritti dei lavoratori, quei lavoratori cui non disdegnava di andare democraticamente a braccetto, lui che, pur appartenente ad una delle famiglie della Dinasty partenopea, sa bene che “anche i ricchi piangono” ed “anche i lavoratori votano”.

Re Luigi sa pure che, nell’anno 2009 in cui Montemarano gli cedeva lo scettro, il procuratore della Corte dei Conti campana ascriveva al conto consuntivo 2007 della Regione un debito dovuto alla sanità che già ammontava a 862 milioni di euro.
Oggi i lavoratori del Pascale sono ancora tra i peggio pagati della Campania, e, mentre qualcuno della grande famiglia di Santangelo è entrato a far parte dei vari settori della dipendenza del Pascale, il Servizio sanitario regionale viene ancora puntellato da centinaia di precari che la politica non sa o non vuole stabilizzare e lui, re Luigi, si chiede addirittura a che cosa servano i sindacati nelle piccole amministrazioni pubbliche, laddove è lo stesso “datore di lavoro” ad avere a cuore (sic!) la sorte dei dipendenti. Fingendo di non sapere che la colpa del deficit della sanità campana non è certo dei “turnisti” o dei sindacati in generale, ma di coloro che ieri fingevano di mangiare pane e democrazia ed invece divoravano brioches e risorse pubbliche, mentre oggi che non c’è rimasto nulla o quasi vorrebbero mangiarsi anche i lavoratori. Ma quelli che, da malati e utenti, patiscono assieme ai dipendenti della sanità le conseguenze del degrado in cui la malapolitica ha gettato la Campania, conoscono la verità e sanno di chi sono le responsabilità dei loro disagi”.

 

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