il caso di Emanuela Orlandi al centro dell’incontro ”Vaticano Spy Story”, sul palco di ”Cortina InConTra”, a cui hanno partecipato

il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, autore con il giornalista Fabrizio Peronaci del volume ”Mia sorella Emanuela” (Anordest), Giacomo Galeazzi, autore con Ferruccio Pinotti de ”Wojtila segreto” (Chiarelettere) e Sandro Provvisionato, giornalista e autore televisivo, autore con Ferdinando Imposimato de ”Attentato al papa” (Chiarelettere). L’incontro e’ stato moderato dal vaticanista Paolo Rodari, autore con Andrea Tornielli di ”Attacco a Ratzinger” (Piemme). ”Della morte di mia sorella non sono sicuro finche’ non ne avro’ la prova”, ha detto Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, annunciando l’intenzione di costituire, da settembre, un comitato per andare fino in fondo alla vicenda e scoprire la verita’ sulla tragica scomparsa della sorella. ”Avvallo la pista internazionale – racconta Orlandi – Il Vaticano per noi era una seconda famiglia, ho passato un’infanzia straordinaria. Sembrava il luogo piu’ sicuro di questo mondo. Ho conosciuto un Vaticano diverso, da quando, il 22 giugno ’83, e’ successa questa cosa a mia sorella. Tra noi due l’ultima parola e’ stata una discussione perche’ lei voleva andare a scuola di musica e io non la volevo accompagnare. Lei se ne e’ andata sbattendo la porta e da quel momento non l’ho piu’ vista. Da quel giorno una parte di me se ne e’ andata, ero molto legato a lei, e continuo a esserlo. Per me lei e’ viva da qualche parte”.

 

”Dopo la scomparsa di Emanuela – prosegue – Papa Wojtyla venne a casa nostra e ci disse: ‘esiste un terrorismo nazionale e internazionale quello di Emanuela e’ un terrorismo internazionale’. Eravamo convinti che lui avesse delle prove, qualcosa piu’ di noi, invece calo’ il silenzio. E lo dico con rammarico, c’e’ stato un allontanamento, mia sorella non e’ mai difesa in maniera adeguata. Giovanni Paolo II ha permesso al silenzio e all’omerta’ di calare su questa vicenda per 28 anni. Io e la mia famiglia non accetteremo mai questa cosa, ci si sta abituando alle ingiustizie, a Emanuela e’ stata fatta la piu’ grossa, ossia le e’ stata negata la possibilita’ di scegliere della propria vita”. Peronaci racconta come e’ nato il libro ”Mia sorella Emauela”: ”Per la prima volta oggi, dopo 28 anni, possiamo capire la dinamica effettiva di quello che e’ successo a Emanuela, abbiamo elementi che ci fanno ritenere che una ragazzina di 15 anni fosse finita in un intrigo pazzesco, perche’ era una cittadina vaticana, a causa di poteri che non si conoscevano e tuttora non si conoscono. Ci fu un allarme dei servizi segreti francesi prima del rapimento, le amiche di Emanuela furono pedinate, le loro famiglie allertate, presero delle contromisure. In Italia e nel Vaticano oggi 30-40 50 persone che sanno. Qualcuno si alzi e dica quello che sa. Le probabilita’ di conoscere la verita’ sono scarse, ma la speranza c’e’. La famiglia ha diritto di sapere se e come e’ morta, chi sono i responsabili e avere una tomba su cui portare un fiore”.

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