I bambini italiani mangiano troppo poco pesce. Lo dice una ricerca dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano condotta da medici pediatri e di famiglia, dietisti e altri specialisti, che ha esaminato le abitudini alimentari di 1400 scolari italiani di eta’ compresa tra 6 e 10 anni. I dati emersi dalla ricerca indicano in media 1,3 porzioni di pesce consumati per settimana, mentre le linee guida della SINU (Societa’ Italiana Nutrizione Umana) raccomandano 2-3 porzioni di pesce per settimana nei bambini, cioe’ quantita’ circa doppie.

”Dati che – secondo gli esperti – dovrebbero far riflettere i genitori per cercare di equilibrare l’alimentazione dei bambini a casa e nelle mense scolastiche. Infatti, con la riapertura delle scuole i bambini dovranno iniziare a lavorare potendo disporre della giusta energia per tutta la mattinata ma anche assumere i nutrienti che agevolano le funzioni del sistema nervoso e del cervello per far si’ che apprendimento, memoria e attenzione possano essere utilizzati con la massima efficacia”. I grassi Omega3 contenuti nel pesce (soprattutto nell’aringa, nel salmone e nello sgombro), anche in quello surgelato (ma pure in buone quantit… nelle noci e nei legumi), aiutano i bambini ad affrontare meglio il lavoro scolastico perche’ migliorano la trasmissione neuronale, quindi la capacita’ delle cellule del cervello di connettersi e trasmettere informazioni tra loro”. ”Possiamo parlare di una vera e propria criticita’ in merito al basso consumo di pesce dei bambini – dice Michela Barichella, responsabile della Struttura di Dietetica e Nutrizione clinica agli ICP di Milano – tanto piu’ in un Paese che ha 7 mila chilometri di costa, grandi tradizioni pescherecce, e ampia diffusione di pescherie e ristoranti di pesce sul territorio. Evidentemente si tratta di abitudini alimentari errate che derivano anche dal comportamento dei genitori”.

 

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