Circa 150 presidi della Campania hanno scritto al ministro Lucia Azzolina una lettera che sta raccogliendo ulteriori adesioni perché arrabbiati dalle parole dell’esponente del governo Conte sui loro studenti e per le promesse mancate. Zero risposte sugli spazi alternativi, i banchetti e il personale carenti. Tra i primi firmatari, Giovanna Martano, Patrizia Ferrione, Giovanni Fornataro, Maria De Biase, Rosa Cassese, Annunziata Campolattaro. E se la ministra ha usato gli studenti per polemizzare con la scelta del governatore di chiudere le scuole, dicendo che i ragazzi avrebbero affollato i centri commerciali, piuttosto che le scuole, i presidi replicano: « I nostri studenti erano davanti ai computer, nelle loro case, a fare scuola, e noi nelle scuole a garantire che ciò avvenisse».

Perchè « la scuola campana è una cosa seria, in cui, pur tra mille difficoltà, si lavora sodo, in edifici dove la manutenzione lascia assai a desiderare, senza certificazioni antincendio, con arredi dei decenni passati, in eterna carenza di personale». Tutto in barba ai proclami di quest’estate e agli annunci della ministra. E allora le domande diventano stringenti: « Cara ministra, perchè abbiamo riaperto le scuole senza gli arredi promessi ( i famosi banchi monoposto)? Perchè non si procede con test rapidi sugli studenti? Perchè gli organici di insegnanti sono ancora incompleti? Perchè gli studenti disabili non hanno ancora il sostegno? Perchè sul sito della Presidenza del Consiglio dei ministri che riporta il numero di mascherine distribuite alle scuole i quantitativi non corrispondono alle consegne effettivamente effettuate? » .

Per i dirigenti scolastici ci sono colpevoli ritardi: « Perchè, a proposito dei trasporti anziché prevedere un potenziamento di linee per le scuole si è riusciti solo a decidere l’aumento della capienza dei passeggeri?». Un’altra questione riguarda la decisione di Azzolina di far svolgere nelle scuole, entro ottobre, le elezioni degli organi collegiali, dei rappresentanti di genitori e studenti, dei consigli d’istituto. «Perchè se siamo in piena emergenza epidemiologica? » . « Ci piacerebbe scrivono i presidi – ricevere qualche risposta, perchè non è vero che va tutto bene e non è giusto che si racconti questo agli italiani». «Le scuole sono sicure – puntualizzano – perchè da mesi lavoriamo per renderle tali. Ma le scuole non sono una cattedrale nel deserto, sono realtà in un contesto. Per ridare loro dignità serve investire seriamente e farne il perno delle nostre città; e serve una politica attiva e interventi tempestivi e massicci sul contesto».

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