La quarantena per chi è positivo al Covid, così come l’abbiamo fin qui conosciuta, ha le ore contate. Il governo ha chiesto al Comitato tecnico scientifico di rivedere le regole a favore di chi ha fatto la terza dose. Il verdetto del Cts è atteso per domani mattina. E sempre domani il ministro della Salute Roberto Speranza, con una circolare del direttore della prevenzione del dicastero, potrebbe intervenire. C’è però chi non esclude un rinvio della decisione a inizio anno. Tutto nasce dalla forte capacità di diffusione e di contagio di Omicron. La nuova variante, che presto soppianterà Delta, rischia di bloccare il Paese e di sguarnire i servizi pubblici essenziali (ospedali, trasporti e forze dell’ordine compresi) a causa del moltiplicarsi dei soggetti positivi al virus e delle persone che ne sono state in contatto, che dunque devono stare in quarantena per 7 giorni (se hanno fatto due dosi di vaccino) o per 10 secondo le regole attuali. Ancora non è deciso di quanto verrà ridotto il periodo di isolamento per chi è entrato in contatto con un soggetto positivo. L’ipotesi prevalente è che venga azzerato del tutto per chi ha fatto tre dosi e di ridurlo a 4-5 giorni per chi ha soltanto due somministrazioni di vaccino. Ma nel governo e nel Cts c’è chi spinge per una soluzione più prudente, con una quarantena di 3-5 giorni per le terze dosi e i 7 per le seconde. E’ soggetto a quarantena chi è stato in contatto con una persona risultata positiva al Covid. Si considerano “contatti stretti” chi vive nella stessa casa, chi ha avuto un contatto fisico diretto (come una stretta di mano) con un positivo, chi è stato assieme a un positivo per almeno 15 minuti in un locale chiuso e senza distanziamento di 2 metri.

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