NAPOLI – Più morti, malformazioni e maggiore incidenza di tumori: questo il quadro riscontrato da diversi studi, condotti tra il 2004 e 2011, sugli abitanti della Campania che vivono vicino a rifiuti pericolosi. Lo segnala un’indagine dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Roma e di Pisa, pubblicata sulla rivista ‘Epidemiologia e prevenzione’,

in occasione del convegno dell’Associzione italiana epidemiologia (Aie). In particolare, per quel che riguarda le patologie oncologiche, è stata riscontrata nell’area del registro tumori dell’asl Napoli 4, che comprende 35 comuni, una maggiore incidenza di cancro al polmone, fegato, testicolo, esofago, laringe, tiroide, linfoma non Hodgkin, leucemie e sarcoma dei tessuti molli nei maschi, e più casi di cancro al rene, dotti biliari, cervello, leucemia e mieloma nelle donne. Ma non finisce qui. Nei soggetti residenti vicino a siti di abbandono di rifiuti pericolosi sono stati osservati invece livelli maggiori di diossine, furani, pcb (policlorobifenili, verosimilmente per le combustioni illegali), e pbde (polibromodifenileteri, dei ritardanti di fiamma) nel latte materno. Secondo l’Aie il trattamento in discariche controllate e in impianti moderni di incenerimento non costituisce problemi rilevanti per la salute, al netto dell’efficienza della gestione e delle tecnologie di combustione e depurazione degli effluenti. I maggiori rischi per la salute derivano invece dalle emissioni da discariche e siti di abbandono illegali, da impianti d’incenerimento con tecnologie obsolete e dalle combustioni incontrollate di rifiuti.

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