”Adesso Angelo fa piu’ paura di quando era vivo”. Pollica (Salerno), oggi, e’ un paese diviso. E’ passato un anno da quando il ‘sindaco pescatore’, Angelo Vassallo, fu trovato nella sua auto ucciso da sette colpi di calibro nove. Dodici mesi di intense e complicate indagini della Procura di Salerno, guidata da Franco Roberti, che ancora oggi stentano a dare un nome e un volto a esecutori e mandanti di quell’omicidio. La moglie, Angelina, ha la rabbia disegnata sul volto: ”E’ stato lasciato troppo solo, ora voglio la verita”’. E il fratello del sindaco, Dario, accusa: ”Qui a Pollica ci sono persone che non hanno detto tutto quello che sanno”. Trecentosessantacinque giorni non sono bastati nemmeno a sanare vecchi rancori nei confronti di quell’amministratore, attento, solerte, ”troppo”, dice qualcuno. E in quel ”troppo” c’e’ chi ci legge la sua condanna a morte. Massimo, lungo le strade di Acciaroli che guardano il mare, attacca ad uno ad uno i manifesti che pubblicizzano la serata, organizzata stasera in memoria di suo fratello, morto ammazzato il 5 settembre di un anno fa. E non fa che ripetere che oggi, suo fratello, ”fa ancora piu’ paura”. Non a caso, dice, i manifesti sono soprattutto un simbolo: ”Nei negozi che li espongono ci lavorano gli amici di Angelo, commercianti onesti che non hanno nulla a che fare con certi ambienti”. Quegli stessi ambienti, spiegano i familiari di Vassallo, all’interno dei quali probabilmente e’ maturato l’omicidio del sindaco pescatore e ai quali oggi si contrappongono con il lavoro quotidiano della loro ‘Fondazione Angelo Vassallo’, nata il 5 dicembre scorso. Nove mesi di attivita’ , gia’ 300 associati e undici progetti avviati nella convinzione che vivere in memoria di Angelo vuol dire portare avanti il suo modello di sviluppo. ”Un modo diverso di fare politica rispetto a quello che si vede in giro – dice Dario Vassallo, presidente della fondazione – Un modello ancora poco conosciuto in Italia, ma che e’ arrivato fino in Cina”. E allora ecco il progetto di pulizia dei fondali marini, attraverso il quale sono stati raccolti e riciclati oltre 60.000 chili di rifiuti, le borse di studio per i giovani bisognosi, il premio Angelo Vassallo istituito in collaborazione con l’Universita’ Bocconi di Milano, i tour in barca a vela per i disabili. Angelo Vassallo, in fondo, voleva questo: favorire l’imprenditoria privata, ma sempre mantenendo la guardia alta per il rispetto dell’ambiente e contro speculatori e ogni forma di illegalita’. ”Una lotta che il mio Angelo ha portato avanti con coraggio e tanti sacrifici”, dice la moglie Angelina. Il suo dolore lo si legge sulla sua faccia, nelle sue lacrime. Come la rabbia: ”E’ stato lasciato troppo solo e ora mi aspetto la verita’ su chi me l’ha portato via”. ”L’omicidio di mio fratello e’ stato pianificato nei minimi dettagli e ha visto la convergenza di piu’ forze – dice Dario Vassallo – Qui a Pollica ci sono persone che non hanno detto tutto cio’ che sanno”. Massimo parla di un nuovo progetto da lanciare con la sua Fondazione: il marchio di qualita’ per le imprese e i commercianti del Cilento che ”con certi ambienti non hanno nulla a che fare”. Poi, si ferma, respira e aggiunge: ”Noi continuiamo a camminare a testa alta nel nostro paese. Altri, invece, non lo possono fare”.

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