E’ stato arrestato in Albania, dalla polizia del distretto di Dibra, il 26enne Argit Turshilla, ritenuto responsabile della tentata rapina e dell’omicidio dell’imprenditore agricolo Pasquale Guarino, ucciso il 23 settembre 2015 con due colpi di pistola davanti ai propri dipendenti mentre era nel suo fondo agricolo di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) dopo essere tornato dal mercato ortofrutticolo di Maddaloni.

Ad agire, accertarono nell’immediatezza dei fatti i carabinieri, fu una banda di malviventi albanesi, alcuni dei quali non ancora individuati. Nell’ottobre scorso fu arrestato il basista del gruppo, il 34enne Roland Turshilla, omonimo del 26enne, ritenuto il dipendente infedele che informò i banditi degli spostamenti del proprio datore di lavoro. Già allora i carabinieri e la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere avevano identificato Argit come uno degli esecutori materiali, ma il giovane, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, non era stato trovato in Italia, e si sospettava fosse tornato in patria. Decisiva è stata la collaborazione tra i carabinieri guidati da Emanuele Macrì e i funzionari del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia; Argit Turshilla è stato individuato e così è stato emesso dallo Stato italiano un ordine di cattura internazionale. Dagli accertamenti realizzati subito dopo l’omicidio di Guarino, emerse che i banditi furono preventivamente informati del suo arrivo sul fondo agricolo con l’incasso della vendita della frutta; i membri della gang fecero così irruzione armati e incappucciati, e intimarono ad una dipendente di Guarino, che aveva i soldi – circa 3000 euro – di consegnarli subito. Guarino reagì, tentò di difendere la ragazza e fu colpito due volte; i banditi non riuscirono a portarsi via i soldi ma prima di fuggire presero il cellulare di Guarino; questi, ferito gravemente, morì poi in ospedale. Le indagini subito si indirizzarono su alcuni dipendenti; gli inquirenti sequestrarono anche le immagini di telecamere piazzate in zona individuando così l’auto dei banditi che giungeva sul fondo agricolo poco dopo l’arrivo di Guarino. Determinanti anche le intercettazioni telefoniche a carico dei due Turshilla, che hanno evidenziato la loro partecipazione al delitto, e alcune testimonianze.

 

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