“Se avessi avuto 200mila euro, riuscirei a mantenere tutto Casale, peche’ con la moneta si puo’ corrompere tutto, si puo’ corrompere ogni equilibrio in ogni modo”. La tesi e’ di Gaetano Corvino, padre di Antonio, ex consigliere comunale e assessore a Casal di Principe, arrestato nell’ambito dell’inchiesta sugli intrecci tra camorra, imprenditori e politica che ha coinvolto il parlamentare Nicola Cosentino

. Gaetano Corvino, gia’ sindaco del comune casertano nella cui abitazione negli anni ’90 furono arrestati boss dei Casalesi durante un summit, e’ intercettato mentre parla con l’altro figlio, Demetrio, anche lui finito n manette, scambiandosi opinioni sulla tornata elettorale incorso, le amministrative dell’aprile 2010, nelle quali, osserva Demetrio, “vorrei vedere senza comprare, senza niente, chi vincerebbe a casale…vorrei vedere in una elezione pulita chi veramente vincerebbe”. A Casal di principe, comune sciolto mediamente una volta ogni due anni, del resto, i voti si comprano o si ottengono truccando le elezioni in vari modi. Tutte e due le cordate monitorate dai magistrati napoletani lo scorso anno, i Corvino e i Ferraro, imbrogliano e corrompono. Antonio Corvino, racconta il pentito Salvatore Caterino, offre addirittura all’elettorato femminile ticket della mensa scolastica in cambio del voto. “Non so come – dice l’uomo ai magistrati – riusciva a rubare i blocchetti dei buoni pasto e le consegnava a chi prometteva il voto, in particolare a persone di sesso femminile”. Ma anche Sebastiano Ferarro non e’ da meno. “Corvino faceva ampio utilizzo della compravendita dei voti – spiega sempre Caterino – e mi risulta non solo perche’ a Casale centinaia di persone andavano in giro a dirlo, ma anche perche’ un suo concorrente, Sebastiano Ferraro che io ben conosco, mi disse che siccome lui sapeva che Corvino offriva 100 euro per ciascun voto, era disponibile a offrirne 150. Lui offriva piu’ soldi di Corvino a chi lo votava”. Intimidazioni, corruzioni, indebite pressioni e brogli, scrive la procura, arrivano fino a minacce di morte. Demetrio Corvino, “armato di pistola, obbligo’ un uomo a salire in auto e lo minaccio’ dicendo che se suo fratello non avesse smesso di parlare con un giornalista gli avrebbe fatto male”.

 

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