Sale a tredici il numero dei morti dell’incendio che ha coinvolto tre discoteche adiacenti a Murcia, nel sud della Spagna. Il rogo è partito dal locale La Fonda. Da là le fiamme si sarebbero propagate a due locali confinanti. Tutte le vittime si trovavano a La Fonda, come confermato dalla Polizia. Oltre i 13 morti – 11 già estratti, due ancora sotto le macerie – sono 15 le persone che ancora risultano scomparse: lo ha riferito un portavoce della polizia. I soccorritori sperano che alcuni di loro siano comunque riusciti a lasciare la discoteca. Al momento ci sono anche 4 feriti: due donne di 22 e 25 anni e due uomini di 41 e 45 anni, tutti intossicati dal fumo. Non è ancora chiara la causa delle fiamme che sono state domate. A nome del governo, su X, è intervenuta la vicepresidente Yolanda Diaz: “Seguiamo con preoccupazione la notizia della tragedia di Murcia. Il mio affetto a tutte le persone colpite e le mie condoglianze alle loro famiglie”. L’incendio che questa mattina ha colpito diverse discoteche del quartiere Las Atalayas di Murcia è il più mortale registrato in Spagna ai tempi della tragedia vissuta nel 1990 nella discoteca Flying di Saragozza, dove morirono 43 persone. La più grande tragedia avvenuta in una discoteca spagnola ebbe luogo invece a Madrid il 17 dicembre 1983, quando le fiamme devastarono i locali dell’Alcalá 20 causando la morte di 81 persone, la maggior parte delle quali molto giovani. Quel disastro provocò una bufera politica visto che le indagini dimostrarono che a rendere ancora più grave la catastrofe fu il guasto all’impianto di illuminazione e una porta di sicurezza chiusa. Dopo quell’incendio la Spagna approvò moltissime norme per aumentare la sicurezza nei locali.

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