Trasparenza, questa sconosciuta. È più facile che un cammello passi nella cruna di un ago che ottenere atti amministrativi dal Comune di Cesa. Sono trascorsi oltre due mesi da quando il sottoscritto ha protocollato una richiesta generalizzata all’’architetto Petrarca per conoscere quali ditte e quali tecnici ci sono dietro al business da 20 milioni di euro che ruota attorno ai progetti per il superbonus. Finora solo due risposte generiche per non arrivare al sodo: chi si è arricchito con i 138 progetti presentati all’Utc tra il 2021 e il 2022? Andiamo con ordine. La prima richiesta, in base all’art. 5 comma 2 del decreto legislativo n. 33/2013, risale allo scorso ottobre (in basso tutto il carteggio). Il fulcro riguardava l’elenco delle imprese che hanno effettuato gli interventi. Con un riscontro dell’11 novembre, che sembra scritto da un marziano, il responsabile del settore Urbanistica non “coglie” il senso dalla richiesta. Zero nominativi delle aziende. Evidentemente vive davvero su un altro pianeta.

Enzo Guida e Giacomo Petrarca

È vero che è stato assunto dal sindaco Enzo Guida grazie ad un incarico ex art. 110 del Tuel ma come ogni dipendente comunale deve lavorare nell’interesse dell’ente e dei cittadini. È pagato per questo. Per capirci, non è al servizio di Guida ma della popolazione. Lo prescrive la legge. Legge, questa sconosciuta. PETRARCA IGNORA LA NORMA SULLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI – Nella sua prima risposta Petrarca, che di stilnovista non ha nulla perché dai provvedimenti che scrive si capisce poco o nulla, si trincera dietro la “protezione dei dati personali in vigore dal 25/05/2018”. Una normativa che, come lui stesso ammette mettendolo per iscritto, non conosce tanto bene. Per sua cultura personale gli facciamo pervenire una reiterazione di richiesta di accesso agli atti datata 13 novembre. Col cucchiaino, giusto per non essere fraintesi, spieghiamo a Petrarca che il Regolamento dell’Unione Europea n. 2016/679 del 27 aprile 2016 applicabile dal maggio 2018 prevede la protezione dei dati personali soltanto per le “persone fisiche”. Tale limitazione non sussiste per le “per le persone giuridiche”, cioè per le ditte. Gli facciamo inoltre notare che “sono dati personali, e come tali soggetti alla tutela della privacy, solo le informazioni che identificano o rendono identificabile, direttamente o indirettamente, una persona fisica; dati che peraltro possono essere omissati”. La seconda richiesta viene inviata anche all’Autorità nazionale anticorruzione e ai carabinieri. In un baleno Petrarca, dopo una lunga peregrinazione tra la Luna e Marte, torna con i piedi sulla Terra. Ed ecco che impara alla lettera, si dice con non poca fatica, era il Regolamento dell’Unione Europea n. 2016/679. IL RESPONSABILE URBANISTICA OMETTE UN ARTICOLO DI LEGGE – Nel secondo riscontro infatti ci dà ragione: “Con riferimento alle note in oggetto richiamate, si comunica che questo Ente ha avviato la procedura di avviso ai controinteressati assegnando 10 giorni, così come previsto dalla norma, per eventuali opposizioni”. Bene, bravo, bis. Petrarca ha capito la lezione. Eppure a prima vista non sembra una lince. Ma, sia sa, spesso la prima impressione è sbagliata (per difetto). C’è un però. Il compassato Petrarca comunica che “il termine di cui al comma 6, dell’art. 5 del D. Lgs. 14 marzo 2013, nr. 33, è sospeso fino all’eventuale opposizione dei controinteressati”. Altolà. Il responsabile dell’Urbanistica omette di aggiungere che “decorso tale termine, la pubblica amministrazione provvede sulla richiesta, accertata la ricezione della comunicazione”. È stranamente tralascia l’articolo 6 del Decreto legislativo da lui stesso richiamato: “Il procedimento di accesso civico deve concludersi con provvedimento espresso e motivato nel termine di trenta giorni dalla presentazione dell’istanza con la comunicazione al richiedente e agli eventuali controinteressati”. E ancora: “Nonostante l’opposizione del controinteressato l’amministrazione provvede a trasmettere al richiedente i dati o i documenti richiesti non prima di quindici giorni dalla ricezione della stessa comunicazione da parte del controinteressato”. L’articolo 6 del sopracitato Decreto legislativo chiama in causa anche Rosa Morrone, segretario generale del Comune: “Il responsabile della prevenzione, della corruzione e della trasparenza può chiedere agli uffici della relativa amministrazione informazioni sull’esito delle istanze”. Prevenzione, corruzione, trasparenza, queste sconosciute. Voci di corridoio riferiscono che anche la Morrone, come Petrarca, confonde “il servizio pubblico nell’interesse dei cittadini (tutti)” con “il servizio nell’interesse del primo cittadino (uno soltanto)”. In verità i numerosi tentativi di buttare la palla in calcio d’angolo non ci preoccupano. Prima o poi interverranno le autorità competenti. Anche perché, anticipiamo una notizia, tutto il malloppo è nelle mani della magistratura. Tempo al tempo.

Cesario Alma e il nipote Guida

LA DITTA DEI FIGLI DEL GEOMETRA COMUNALE “CONTROLLATA” DAL PADRE – Torniamo all’elenco delle imprese che hanno intascato milioni di euro con i superbonus. Circolo insistenti voci di popolo, vox populi vox dei, sulla ricorrente presenza della ditta “Alma Costruzioni” nella realizzazione degli interventi effettuati grazie agli incentivi. Titolari dell’azienda sono Mario e Nello Alma. Due giovani rampanti, figli dell’altrettanto rampante geometra comunale Cesario Alma, zio del sindaco Guida. Non è di interesse pubblico sapere se tra gli imprenditori che si sono gonfiate le tasche figurano i figli di un componente dell’Utc? Certo che lo è. Il superbonus 110% è regolato dal decreto legge n. 34 del 2020, il cosiddetto Decreto Rilancio. Nella conferenza Stato-Regioni del 4 agosto 2021 è stato inoltre chiarito che “resta impregiudicata ogni valutazione circa la legittimità dell’immobile oggetto di intervento”. È previsto che “restano in ogni caso fermi, se dovuti, gli oneri di urbanizzazione dovuti in base alla tipologia dell’intervento proposto”. Con la definizione “resta impregiudicata ogni valutazione” si intende che gli uffici tecnici comunali, che devono valutare le richieste, hanno l’obbligo di verificare la legittimità urbanistica dell’immobile e accertare eventuali abusi presenti sull’immobile oggetto di intervento. Non a caso l’articolo 27 comma 4 della legge regionale n. 31 del 28 novembre del 2021 stabilisce che “l’accertamento dell’illegittimità di un edificio o di sue parti è posto a carico del Comune. Il Comune è tenuto ad acquisire d’ufficio i documenti, le informazioni e i dati interessanti gli edifici oggetto di interventi edilizi, compresi eventuali titoli edilizi rilasciati per l’immobile interessato, senza farne carico al richiedente”. In sostanza, sia in base alla legge nazionale che in base a quella regionale il richiedente è tenuto a presentare la Cilas semplificata, cioè la comunicazione di inizio lavori asseverata superbonus. Ma il compito di accertare la conformità urbanistica dello stabile è in capo all’Utc. Gli immobili rientranti nei 138 progetti del superbonus “accolti” dal Comune sono tutti urbanisticamente conformi alla normativa o ce ne sono anche di abusivi o non in regola? Su questo punto lo scetticismo è più che legittimo. C’è in gioco la terzietà dell’Ufficio tecnico comunale. Tra le ditte che hanno effettuato le opere c’è la “Alma Costruzioni”. Il padre dei titolari è parte integrante dell’Utc. Vi pare normale? Attendiamo senza fretta che Giacomo Petrarca tiri fuori dai cassetti tutti i documenti. Il gioco delle tre carte con l’Anac e la magistratura è molto rischioso. Onestà, questa sconosciuta.

Mario De Michele
(continua…)

LA PRIMA RICHIESTA DI ACCESSO AGLI ATTI

LA PRIMA NOTA DI RISCONTRO DELL’UTC

LA REITERAZIONE DI ACCESSO AGLI ATTI

LA SECONDA NOTA DI RISCONTRO DELL’UTC

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui