Il gup di Milano Vincenzo Tutinelli ha assolto “perche’ il fatto non sussite”, i due assistenti sociali e un educatore in servizio nel centro socio-sanitario di San Donato Milanese, comune alle porte di Milano, quando un bimbo di 9 anni venne ucciso con un colpo di pistola e numerose coltellate dal padre, Mohammed Barakat. I fatti sono del 25 febbraio 2009. I tre erano accusati di concorso omissivo colposo in omicidio doloso, perche’ non avrebbero preso le “opportune cautele nella gestione del rapporto padre-minore”.

A chiedere l’assoluzione era stata la stessa Procura di Milano. Il pm Cristiana Roveda, dopo aver chiuso le indagini, aveva chiesto l’archiviazione per i tre indagati, ma il gip di Milano Simone Luerti aveva respinto la richiesta imponendo alla procura l’imputazione coatta per concorso omissivo colposo in omicidio doloso. Per il gip i tre operatori sociali non presero le “opportune cautele nella gestione del rapporto padre-minore”, lasciando solo “il minore con il padre” durante il colloquio settimanale, il 25 febbraio 2009, “occasione che ha permesso” all’uomo ”di compiere il tragico gesto”. Quel giorno l’uomo, egiziano di 53 anni, si era presentato negli uffici dei servizi sociali per il colloquio con il piccolo Federico e aveva sparato al figlio colpendolo anche con delle coltellate fino ad ucciderlo. Quindi si era tolto la vita tagliandosi le vene e colpendosi al ventre con un coltello. Il bambino, che viveva con la madre, era affidato ai servizi sociali, perche’ i genitori si stavano separando ed erano in rapporti conflittuali.

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