Quattrocentomila euro. Tanto ritiene valga il piede amputato dopo essere stato colpito da uno smottamento mentre si trovava in montagna per una escursione. Martino Zinzone, 28enne residente a Rovagnate (Lecco), chiede l’ingente risarcimento al comune di Novate Mezzola (Sondrio) e a tutti gli altri enti pubblici competenti (Regione compresa) rei, a suo avviso, di non aver messo in sicurezza la zona e di non aver attuato misure preventive.

I fatti risalgono al giugno scorso quando il giovane insieme alla fidanzata si era portato in Alta Val Codera, a un’ora di strada dal rifugio Brasca, dove si era verificato un piccolo smottamento. La fidanzata era quindi corsa alla Capanna del Cai per lanciare l’allarme. Il gestore, Luigi Biavasci e un alpigiano corsero in soccorso del giovani in attesa dell’arrivo dell’eliambulanza inviata dal 118 e con la quale Zinzone fu portato all’ospedale Sant’Anna dove i medici non riuscirono a salvare l’arto. Stando ai primi accertamenti, sulla base anche del racconto di alcuni testimoni, pare che lo smottamento fu provocato dal passaggio dei due giovani escursionisti. Al momento dal Comune di Novate Mezzola nessun commento, neppure la conferma della richiesta risarcitoria. Il sindaco, Mariuccia Copes si limita a ricordare che “all’epoca mi ero attivata per contattarlo ed esprimergli la mia personale solidarieta’ per l’infortunio subito ma non ero riuscita a parlargli direttamente. Da allora non ho saputo piu’ nulla”.

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