Ormai e’ ufficiale: Angela Merkel fa il tifo per Nicolas Sarkozy. E lo dice apertamente davanti ai francesi e ai tedeschi, intervenendo in tv, al fianco dell’attuale inquilino dell’Eliseo. A meno di 90 giorni dalle presidenziali di aprile e maggio, la cancelliera – oggi a Parigi per il 14/o vertice ministeriale Francia-Germania, dominato dalla crisi, dall’allarme default in Grecia e dalla Siria – non lascia margine alle interpretazioni: se fosse nata dall’altra parte del Reno voterebbe per il presidente uscente. Un concetto ripetuto piu’ volte durante la sua visita a Parigi.

Prima all’Eliseo, questa mattina, in occasione di una conferenza stampa congiunta con Sarkozy. “Sostengo Nicolas Sarkozy su tutti i piani, perch‚ apparteniamo a due partiti amici”, ha detto, confermando il suo appoggio al leader francese, anticipato nei giorni scorsi dal segretario del suo partito, la Cdu, Hermann Grohe. La Merkel ha poi ricordato che anche Sarkozy – che non si e’ ancora candidato ufficialmente – la sostenne nel 2009, quando partecipo’ ad uno dei suoi meeting a Berlino, pochi mesi prima della rielezione. Poi in tv, rispondendo alle domande di due giornalisti, un francese e un tedesco, in un’intervista registrata questo pomeriggio e andata in onda in prima serata su France 2 e ZDF. ”Facciamo parte della stessa famiglia politica. Appoggiarlo e’ normale, lui mi ha sostenuto”, ha spiegato la Merkel, parlando al fianco di Sarkozy nei saloni dell’Eliseo, con la bandiera europea e i tricolore della Francia e della Germania alle spalle. ”Che lavorassimo insieme in un clima di amicizia – ha aggiunto nell’intervista di un quarto d’ora circa – non era scritto da nessuna parte. L’abbiamo fatto perche’ avevamo una responsabilita’ storica e perche’ abbiamo stretto una relazione personale”. Per Sarkozy, visibilmente entusiasta per l’appoggio, ”i francesi sceglieranno liberamente” il loro futuro presidente. ”Ma lasciatemi esprimere la mia ammirazione per una donna che ha diretto in questo modo 80 milioni di tedeschi durante la crisi”. Questa mattina, dall’Eliseo, il presidente ha anche affermato che il tandem Parigi-Berlino ”ha consentito di evitare all’Europa di finire nel baratro” e di ”superare le sfide immense che si sono presentate in questi 3 anni di crisi”. Eppure, nonostante l’odierno idillio, le relazioni tra i due leader sono state in passato piuttosto difficili. Piu’ volte, il capo dello Stato e’ apparso alla cancelliera come ”agitato” e troppo individualista. Mentre Sarkozy l’ha spesso criticata per la sua ”austerita”. La crisi del debito ha rafforzato il loro legame. Tanto che la Merkel, in tv, ha rifiutato di dire se ricevera’ a Berlino Francois Hollande, il candidato socialista, superfavorito nei sondaggi, che ha piu’ volte espresso l’auspicio di incontrarla. Sulla questione ”nulla e’ ancora deciso. Prendiamo decisioni secondo le circostanze (…) Ora abbiamo altri problemi da risolvere…”, ha detto la cancelliera. Se la “Merkel vuole fare campagna per Sarkozy ne ha perfettamente il diritto (…). Certo, Š un duro compito, perch‚ convincere i francesi non sar… facile”, ha ironizzato Hollande, la cui proposta di rinegoziare il patto di bilancio Ue non piace alla leader di Berlino. Inoltre, ha aggiunto, il fatto che Sarkozy “abbia bisogno” della Merkel “la dice lunga sulla sua situazione”. Intanto, secondo un sondaggio Harris Interactive, il 50% dei francesi ritiene che la Francia debba “ispirarsi alla Germania nell’elaborazione delle sue politiche economiche e sociali”. Per il presidente dell’Europarlamento, il socialdemocratico tedesco Martin Schulz, il sostegno della cancelliera a Sarkozy e’ una buona notizia. ”Un aiuto elettorale che superi le frontiere nazionali e’ una vera tappa verso una politica interna su scala europea”, ha commentato Schulz, citato dalla Faz. A Parigi, i due leader hanno anche lanciato un forte appello alla Grecia affinche’ segua ”l’esempio” dell’Italia di Mario Monti, adottando un nuovo piano di austerita’. E sul piano bilaterale sono tornati sulla creazione di una tassa comune franco-tedesca sulle societa’. Un forte appello e’ stato anche lanciato a Russia e Cina affinche’ rinuncino al veto sulla risoluzione Onu che condanna la repressione in Siria.

 

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