La funzione pubblica della Cisl della Campania e di Napoli, guidate da Lorenzo Medici e Luigi D’Emilio, hanno chiesto un incontro urgente al prefetto di Napoli Claudio Palomba e al sindaco Gaetano Manfredi per affrontare «la drammatica situazione esistente nella sanità cittadina, alle prese con una crisi senza precedenti, che sta producendo gravi conseguenze per i pazienti che hanno bisogno di cure». I leader della federazione lancia un vero e proprio sos. «Siamo – sottolineano Medici e D’Emilio – alle prese con grandi problemi di ordine pubblico e di sicurezza degli operatori sanitari, che diventano bersaglio dei familiari degli ammalati che non possono accedere alle terapie di cui hanno bisogno. Continuiamo a registrare continue chiusure dei nosocomi, mentre il Cardarelli scoppia. Solo ieri 172 persone al pronto soccorso. Sappiamo bene che ai sindaci non è affidata la gestione socio-sanitaria, ma conosciamo anche la sensibilità di Manfredi di avere al centro delle priorità di governo metropolitano la salute delle persone». La Cisl segnala che al San Giovanni Bosco ci sono oltre 50 posti letto chiusi per mancata ristrutturazione dei reparti di ematologia, chirurgia vascolare e cardiologia, al Vecchio Pellegrini le camere operatorie non funzionano per le infiltrazioni d’acqua, gli ospedali San Gennaro ed Incurabili aspettano da tempo di essere riqualificati. E ancora il Loreto Mare, che è diventato il «grande emarginato dell’asl Napoli 1, pronto a sopperire alle esigenze dei cittadini ma totalmente privo di programmazione», l’ospedale del Mare ormai al collasso assistenziale, «presentato dalla direzione come d.e.a. di II livello al punto da poter fare concorrenza al Cardarelli, ma che a tutt’oggi è privo di una cardiochirurgia, di una gastroenterologia e si assiste a continue fughe di primari». Insomma, una vera e propria crisi del sistema sanitario e della rete di emergenza/urgenza. «Ci si nasconde – aggiungono i due segretari generali – dietro l’emergenza Covid per non affrontare i veri problemi dell’assistenza sanitaria in città e si impegnano milioni di euro per lavori che non agiscono direttamente sull’aumento della qualità e dell’efficienza dell’assistenza. Tutto il resto sono proclami e promesse al vento. Ricordiamo tra gli altri quello del 2018 quando venne annunciato un nuovo ospedale a Fuorigrotta al posto del San Paolo, ed ora, quattro anni dopo, sono stati deliberati 5 milioni di euro per l’adeguamento normativo del vecchio presidio. Come ricordiamo la spesa di oltre 1 milione per l’acquisto di ambulanze per il 118, che non possono essere usate perché manca il personale». Da qui l’appello finale a prefetto e sindaco di Napoli. «Siamo – concludono Medici e D’Emilio – al collasso totale. Viviamo da anni di slogan. Alle massime autorità di governo del territorio metropolitano chiedo di intervenire subito, se non vogliamo sprofondare ancora di più. A Napoli siamo già all’ultimo posto per aspettativa di vita. Cos’altro deve accadere per correre ai ripari?».

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