‘Se la legge e’ uguale per tutti, riportero’ Maradona a Napoli per il 10 maggio, giorno dell’anniversario dello scudetto del club partenopeo. Diego non e’ mai stato un evasore fiscale, ma solo la vittima di un’ ingiustizia e di una persecuzione paradossale”. Lo ha detto l’avvocato Angelo Pisani, professore di Processo Tributario all’Universita’ Parthenope di Napoli e difensore di Diego Maradona. Pisani ha inviato una lettera/esposto al presidente della Repubblica, al ministro della Giustizia e al ministro dell’Economia sulla guerra tra Maradona e il fisco italiano.

”Benvenga – dice Pisani – anche la richiesta di grazia al presidente della Repubblica da parte dei tifosi del comitato ‘Salviamo Maradona’, considerata la situazione paradossale ed illegittima di cui l’ex Pibe de Oro e’ ancora vittima a distanza di ben 25 anni, in quanto nessun giudice o dirigente del fisco ha il coraggio, almeno, di rilevare l’inconfutabile prescrizione decennale della pretesa maturata dal 1986 al 1996 senza la possibilita’ di esser sanata”. Poi, Pisani ha annunciato. ”Pubblicheremo su social network e mass media tutti i documenti del processo in modo che il mondo intero venga a conoscenza che la giustizia ed il fisco italiano fingono di non ricordare che la prescrizione decennale, al di la dell’ingiustizia in se, vale anche per Maradona perseguitato da oltre 25 anni quando ogni presunto addebito a suo carico e’ oramai estinto per legge dal 1996”. Il prossimo 5 aprile ”Maradona – sottolinea Pisani – potra’ spiegare a nuovi giudici e finalmente nel merito, l’illegittimita’ e la prescrizione della scandalosa pretesa di Equitalia, che addirittura pretende oltre ad un debito ingiusto anche oltre trenta milioni di euro d’interessi e spese scandalosi”. Pisani, esperto in controversie Equitalia, ritiene ”incredibile ed inspiegabile la provvisoria decisione della Commissione Tributaria provinciale di Napoli che impedisce ancora a Maradona di poter tornare liberamente a Napoli fino all’esito del processo”. ”Faremo comunque ricorso alla Corte Europea di Strasburgo per la violazione della convenzione dei diritti dell’uomo e delle liberta’ fondamentali e presenteremo esposto alla Procura per il calcolo degli interessi e spese folli pretesi da Maradona – prosegue Pisani – La commissione Tributaria negando a Maradona di poter di fatto esercitare il proprio diritto di circolazione in Italia prima ancora di una sentenza definitiva, esasperando le cosiddette misure cautelari cui spesso assistiamo nei processi penali e oggi anche in quelli fiscali, non accerta di fatto l’inesistenza della presunta cartella e dei titoli del fisco mai esibiti in giudizio, non considera la prescrizione dei presunti addebiti, non riesce a distinguere la differenza tra sentenza di rito e di merito e addirittura giustifica senza motivazione una pretesa per oltre 30 milioni di euro fatta solo di spese ed interessi targati Equitalia, tra l’altro abrogati dalla recente normativa italiana”. Spiega ancora il legale: ”Se Maradona, nel 1988, avesse ricevuto una regolare notifica della originaria cartella esattoriale, di cui a tutt’oggi non esiste ancora prova cartacea dell’esistenza avrebbe potuto esercitare ogni diritto di difesa e dimostrare come altri giocatori che la pretesa del Fisco non era legittima, cosi’ come sono riusciti a dimostrare altri per casi analoghi”.

 

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