Nella serata di ieri, nell’ambito di una congiunta operazione antidroga, agenti del Commissariato di Castel Volturno e della Squadra Mobile di Caserta, rispettivamente diretti dal Davide Della Cioppa  e  Alessandro Tocco, hanno eseguito una serie di perquisizioni in Castel Volturno e Villaricca (NA) volte al rinvenimento di una centrale di smistamento di stupefacenti all’ingrosso, fonte di approvvigionamento di numerose piazze di droga (nello specifico Hashish) del litorale dominio.

Nell’ambito di tali indagini, protrattesi per l’intera giornata di ieri, citati operanti si portavano presso una palazzina bifamiliare sita in Villaricca, alla via Perugia, ove, al termine di un’approfondita perquisizione, pur non trovandosi tracce di stupefacenti, in un incavo della cassa della scale, perfettamente occultata, veniva rinvenuta una corposa cassaforte blindata, in ordine alla quale l’unico presente del nucleo familiare, M.A. di anni 26, dichiarava di non avere le chiavi  essendo la stessa di proprietà del fratello M.C. di anni 29, anch’esso nativo di Villaricca.

Attesa la persistente assenza del giovane  M.C., benché più volte sollecitato a raggiungere il posto, non escludendosi che all’interno della cassaforte potesse esservi occultata una grossa quantità di stupefacenti e/o delle armi, alla costante presenza di uno dei familiari dell’assente M.C., gli agenti operanti procedevano immediatamente a forzarne la serratura, rinvenendovi una busta di cellophane con numerosi mazzetti di banconote di vario taglio, prevalentemente da 100,00 a 50,00 euro, il cui importo complessivo ammontava a circa euro 80.00,00, nonché una piccolo involucro in alluminio contenente numerosi assegni tratti su conti correnti accesi su vari e diversi istituti di credito, firmati da persone diverse e tutti rigorosamente post-datati e con la parte relativa ai dati del beneficiario in bianco, per un importo complessivo di oltre euro 70.000,00.

Accompagnato negli uffici del Commissariato di Castel Volturno, invitato a fornire ogni possibile chiarimento e/o documentazione utile a consentire il tracciamento del denaro e degli stessi assegni in sequestro, il M.C. non forniva una plausibile giustificazione circa la provenienza delle somme rinvenute e degli stessi assegni, addirittura non conoscendo nemmeno l’esatto importo del denaro da lui custodito.

Per quanto sopra, alla luce delle risultanze investigative conseguite il M.C. veniva indagato a piede libero ai sensi dell’art.648 bis c.p., per il reato di riciclaggio, mentre la somma in denaro e gli assegni venivano sottoposti a sequestro preventivo dei relativi importi, ai sensi dell’art. 12 quinquies legge 306/92 in tema di normativa antiriciclaggio.

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