Il malato è grave e il sindaco Gaetano Manfredi ne è consapevole perché la città è sporca e piena di rifiuti con lo spazzamento e la raccolta che vanno lenti, lentissimi e alcuni punti di Napoli sono davvero inguardabili. Manfredi ha preso in mano la situazione e sta affiancando l’assessore competente Paolo Mancuso – ex magistrato – e presidente provinciale del Pd. Una cosa inusuale per lui che è abituato a seguire le vicende della giunta facendo sentire la sua presenza ma non fino al punto di essere in campo in prima persona. Un segnale forte quello di Manfredi. A sottendere che l’ora delle scelte è vicina, vicinissima e una svolta sulla problematica che ha segnato la storia della città negli ultimi 30 anni va data. Non si tratta di un commissariamento per Mancuso, anche se gli somiglia molto. Del resto sul fronte rifiuti – al netto di tutte le problematiche inerenti alla pandemia – c’è stato anche il pasticcio dello stop alle assunzioni degli interinali voluto da Mancuso – poi sdoganati perché non sono state rilevate criticità di alcun tipo – che ha sottratto risorse preziose, 65 operatori, per una paio di settimane alla causa di Asìa già abbastanza derelitta. Nella sostanza il pressing dell’ex rettore su Mancuso ha molte motivazioni e molte ragioni per essere sempre più forte. Manfredi vuole monitorare da vicino la situazione rifiuti per capire come stanno le cose. Toni come sempre soft ma parole decise: «La situazione – racconta il sindaco – della pulizia è sotto gli occhi di tutti, ma dobbiamo anche dire che oggi abbiamo un’Asia sotto organico di varie centinaia di persone». Secondo le stime di Palazzo San Giacomo all’organico di Asìa mancano 400 unità e che a causa della pandemia ci sono stati picchi di assenze del 20-25 per cento. «A una condizione già fragile – evidenzia Manfredi – si è aggiunta una situazione contingente legata alla mancanza di personale per la pandemia».

L’analisi di Manfredi è questa ed è quasi un ultimatum: «Sull’igiene urbana bisogna fare uno sforzo importante, abbiamo bisogno di reclutare persone e fare in modo che siano quantitativamente giuste, e bisogna intervenire anche sulle attrezzature e sull’organizzazione che al momento sono carenti. Su questo ci sarà un impegno, c’è un grande lavoro che sta facendo l’assessore Mancuso e che sto seguendo anche io personalmente, per cui quindi credo che nelle prossime settimane e mesi ci saranno delle risposte concrete». Manfredi non fa sconti a nessuno e quando parla di organizzazione di sicuro si riferisce ai vertici di Asìa retti da Maria De Marco. La presidente è sotto osservazione e – detto senza giri di parole – Manfredi se potesse l’avrebbe già sostituita. Il tema a Palazzo San Giacomo è caldissimo si stanno valutando tutta una serie di situazioni per evitare ricorsi da parte della De Marco. Manfredi si aspetterebbe le dimissioni, sono incarichi fiduciari e quando il sindaco che lo ha dato – in questo caso Luigi de Magistris – scade è prassi più o meno consolidata che se non c’è feeling con il successore di rassegnarle. Il contratto della De Marco dovrebbe scadere in estate e Manfredi vorrebbe mettere in moto molto prima l’iter per il suo successore. Ovvero pubblicare l’annuncio per il reclutamento. L’altra spina del sindaco in questi giorni è il San Carlo soprattutto dopo il taglio da 3,8 milioni della Regione. Giovedì il sindaco riunirà nuovamente il Consiglio di indirizzo per avere il dossier sulle spese del Massimo napoletano e anche per fare un primo bilancio sull’appello rivolto a sponsor privati e istituzionali. «Il San Carlo – dice il sindaco – deve essere in grado di avere più finanziatori. La sfida che abbiamo davanti per garantire stabilità al Teatro è avere non solo tante Istituzioni che lo sostengono, ma anche un contributo da parte dei privati per fare in modo che la somma di tutti questi contributi sia in grado di garantire un buon futuro al San Carlo. Credo che lavorando insieme riusciremo a farlo». Sul taglio della Regione Manfredi spiega: «La Regione sostiene in maniera importante il San Carlo, ha dato negli ultimi anni molte risorse. Rispetto alle previsioni, quest’anno una quota del Poc non è stata attribuita, ma il San Carlo deve essere in grado di potersi muovere con più finanziatori».

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