Emergono altri particolari dall’inchiesta sugli aborti illegali che avrebbe praticato il primario di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Immacolata, dottor Bruno Torsiello. Al lui infatti si sarebbero rivolte tutte giovani donne. Secondo gli inquirenti il medico si sarebbe fatto anche pagare per l’ illecita interruzione di gravidanza senza emettere fattura. Per questo il noto professionista è indagato per interruzione di gravidanza illegale e falso in atto pubblico. Sei i casi finiti nel mirino della magistratura. Si tratta di pazienti di età compresa tra i venti e i trent’anni. Solo una di loro è una extracomunitaria: sarebbe originaria della Cina, tutte le altre risiedono in comuni Campani, anche del Golfo di Policastro. Diverse le ragioni che avrebbero indotto le gestanti a rivolgersi al ginecologo salernitano per abortire, nella maggior parte dei casi per motivi economici. Attraverso le cimici installate nello studio privato del professionista la Guardia di finanza ha ripreso tutte le conversazioni avvenute tra Torsiello e le sei gestanti. Dalle immagini acquisite dalle microspie verrebbe chiaramente fuori che il primario ha emesso certificati con data retroattiva, rispetto al giorno in cui le donne in questione si sono recate nel suo studio per la visita. In questo modo avrebbe aggirato la legge che impone alle gestanti di riflettere almeno sette giorni prima di decidere definitivamente per l’aborto. Il video mostrerebbe anche il momento in cui il dottore riceve la somma di denaro richiesta per l’intervento, che non supera mai le centocinquanta euro.