‘E’ stato un atto grave e traumatico”. Cosi’ l’attuale sindaco di Napoli, Luigi De Magistris ha definito il provvedimento di revoca dell’inchiesta Poseidone da lui subito, questa mattina al Tribunale di Salerno nel corso del processo

– che vede imputati magistrati, politici e professionisti calabresi accusati a vario titolo – in cui l’ex pm e’ parte lesa per la presunta illegittima sottrazione delle indagini (Poseidone e Why Not) quando era pm a Catanzaro. ”Ricordo – spiega – che appresi dell’atto di revoca dall’Ansa e solo in seguito, la sera del 29 marzo 2007, mi fu notificato formalmente. Credo che la revoca fu un beneficio per l’avvocato Pittelli e non solo per lui”. L’ex pm, poi, si sofferma sul procuratore della Repubblica, Mariano Lombardi e sui suoi rapporti di ”amicizia proprio con l’avvocato Giancarlo Pittelli che era il legale di alcuni indagati e lui stesso indagato per alcune transazioni economiche anomale. Lombardi – rimarca De Magistris – non faceva mistero di questo legame di amicizia. Dati anche questi rapporti, credo che la mia revoca servisse per fermare le mie indagini proprio su Pittelli che era un suo amico. Tra i due, comunque, intercorrevano anche rapporti di affari e mi riferisco, tra l’altro, alla costituzione della societa’ Roma 9. La cosa piu’ doverosa da fare – dice De Magistris – era quella di trasmettere in originale il fascicolo alla Procura di Salerno”. Sulla condotta del Procuratore della Repubblica Mariano Lombardi, poi, aggiunge che ”si registra un progressivo cambiamento che si paleso’ nella sua interezza proprio il 29 marzo 2007 quando mi venne revocata l’assegnazione al procedimento Poseidone. Prima di quella data con il procuratore Lombardi vi erano stati buoni rapporti umani e professionali”. L’inchiesta Poseidone, in seguito, passo’ nelle mani del pm Salvatore Curcio ”ma – nota De Magistris – si areno’ terribilmente. Fu stravolta completamente la metodologia con cui veniva affrontata l’indagine”. De Magistris, sentito dal pm Rocco Alfano, parla anche del procuratore aggiunto di Catanzaro, Salvatore Murone e dice: ”Ricordo di una conversazione avuta con Alessia Miele, in servizio alla Procura ordinaria di Catanzaro che mi riferi’ di un particolare episodio che vedeva protagonista lo stesso Murone il quale disse, in presenza della stessa Miele, che avrebbe usato ogni sua arma a disposizione per fermarmi”. L’udienza al Tribunale di Salerno, con la testimonianza dell’ex pm De Magistris, riprendera’ il 22 febbraio.

 

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