Crac da un miliardo di euro: quattro armatori a processo per bancarotta. È partito in settimana il processo a quattro dei cinque soci della «Rizzo Bottiglieri De Carlini Armatori Spa» (RBD) di Torre del Greco, società armatoriale fallita a gennaio 2018 con un passivo che sfiorava il miliardo di euro e poi affidata al concordato fallimentare omologato due anni dopo dal tribunale di Torre Annunziata. A giudizio sono finiti Giuseppe Mauro Rizzo, Grazia e Orsola Bottiglieri, e Ugo De Carlini, mentre è stata stralciata la posizione di Roberto Rizzo. Assistiti dagli avvocati Virgilio Marino, Luigi Petrillo, Giuseppe Rizzo, Annalisa Stile, Giro Sepe e Flavio Di Bonito, gli imputati torneranno in aula dinanzi al collegio di giudici del tribunale di Torre Annunziata (presidente Antonio Fiorentino, a latere Silvia Paladino e Luisa Crasta) per difendersi dai reati fallimentari a fine giugno, quando il pubblico ministero Andreana Ambrosino convocherà i primi testimoni. Nel corso della prima udienza, sono state costituite le parti ed è stata fissata la nuova udienza per avviare il dibattimento. La complessa relazione sarà spiegata in aula da un collegio di tre esperti che furono nominati dal giudice del tribunale fallimentare oplontino Valentina Vitulano, che cinque anni fa decretò il crac della società armatoriale su richiesta della Pillarstone, società che aveva acquisito quasi mezzo miliardo di crediti dalle banche, diventando il principale creditore di RBD prima di chiederne il fallimento. Due anni dopo, le famiglie Rizzo, Bottiglieri e De Carlini hanno evitato l’asta dei beni grazie al concordato che ha visto subentrare la seconda famiglia più ricca del Regno Unito: David e Simon Reuben, origini indiane, sono i Reuben Brothers, uomini d’affari inglesi che hanno preso il controllo della flotta di Torre del Greco attraverso la Rb Italy Holding Srl. Il 75% è finito nelle alla Rb Italy Holding Srl (Reuben Brothers) mentre il restante 25 fa capo alla New Horizon Srl, società che ha sede a Napoli e, costituita il 2 ottobre del 2018, è a sua volta controllata al 56% da Adele Marina Rizzo, al 10% da Giuseppe Mauro Rizzo e al 33% dalla cugina Maria De Carlini. Due storie differenti, quelle dei fallimenti di Deiulemar e di RBD, accomunate dalla sede sociale a Torre del Greco. La Deiulemar con il suo crac ha travolto oltre 13mila piccoli risparmiatori che avevano investito in quote per circa 720 milioni. Invece Rizzo-Bottiglieri-De Carlini avevano accumulato debiti quasi esclusivamente bancari, senza emissione di obbligazioni, pur raggiungendo la cifra di quasi un miliardo di euro di passivo.

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