La tradizione della “Juta a Montevergine” ma anche l’incontro con l’arte moderna e un progetto per un Museo Sacro Interattivo, per rendere stabile il flusso turistico nella località del Santuario. Tanti i progetti lanciati oggi nella sede del Consiglio Regionale della Campania in occasione della presentazione dei tre giorni di eventi, dal 10 al 12 settembre, per il pellegrinaggio autunnale al santuario, organizzati dal Comune di Ospedaletto. “Un evento molto sentito in Regione Campania – ha sottolineato la presidente del Consiglio Regionale Rosetta D’Amelio – un’antica tradizione che porta segni di modernità, se pensiamo negli anni a quanto ha rappresentato dal punto di vista dell’accoglienza. Montevergine è un luogo molto importante per il turismo religioso, su cui la giunta regionale punta molto, come dimostrano gli investimenti per cinque milioni di euro, di cui due solo sul turismo religioso”. Montevergine, noto per l’ascesa al santuario ma anche per la tradizione della Mamma Schiavona, la Madonna di Montevergine, a cui sono devoti i “femminielli” napoletani, è un luogo di pellegrinaggio di primo piano. “Montevergine – ha confermato D’Amelio – conta un milione di turisti religiosi l’anno. Se questo turismo diventasse più stanziale potrebbe essere per una provincia piccola come quella di Avellino, una grande risorsa: dobbiamo persuadere chi arriva che si può godere del turismo religioso ma anche di quello culturale ed enogastronomico. A partire dalla “juta” possiamo fare investimenti che segneranno la svolta sul piano di occupazione e della qualità dei servizi, soprattutto in aree interne che vivono il rischio della desertificazione”. Anche per questo la Regione Campania ha investito 45.000 euro per le tre giornate della “Juta a Montevergine”, sostenendo il Comune di Ospedaletto che organizza un ricco calendario di avvenimento di spettacolo, con concerti musicali, sfilata di carri e artisti di strada. Nel corso della manifestazione il Comune allestirà un angolo “social” nel giardino comunale in cui ci sarà anche un’installazione d’arte moderna fatta con le scarpe donate da donne che hanno subito violenze. Il Comune sta anche per lanciare una chiamata agli artisti per aprire un Museo Interattivo sul tema dei pellegrinaggi sacri. “La tradizione della Juta – ha spiegato il sindaco di Ospedaletto Antonio Saggese – è millenaria e risale a tempi pagani. La tre giorni in arrivo è tipicamente legata alla tradizione: anticamente c’era infatti la sosta ai piedi del santuario e la mattina si saliva al santuario a piedi, come forma di penitenza visto che la salita è di 6 chilometri e prevede una sosta alla cappella dello “scalzatoio” dove i fedeli si toglievano le scarpe e salivano a piedi nudi fino al santuario. Poi si ascolta la messa e si torna in paese dove si partecipa al lato pagano della festa”. (ANSA).

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