Settantasette anni suonati e la voglia di sperimentare ancora. E’ Gino Paoli, una leggenda della nostra musica il protagonista dell’evento centrale della settima giornata di Settembre al Borgo, atteso alle ore 20,30 al Teatro della Torre biglietto 18 euro).

Non pago di aver scritto canzoni che ormai fanno parte della nostra cultura popolare, negli ultimi anni il cantante genovese ha ceduto sempre di più al fascino della musica jazz, fino a coronare il binomio con due album, “Milestones” e il recentissimo “Auditorium Recording Studio’, spalleggiato da un super ensemble che comprende Flavio Boltro (tromba), Danilo Rea (pianoforte), Rosario Bonaccorso (contrabbasso) e Roberto Gatto (batteria). La ricetta è la stessa del primo album: brani undici in questo caso, tra classici e inediti, che pescano sia nel repertorio di Paoli (‘E m’innamorerai’, ‘Ti lascio una canzone’) sia in quello degli evergreen (‘Eu sei que vou te amar’, ‘Contigo en la distancia’, ‘Que reste-t-il de nos amours’). Il tutto, ovviamente, riletto in chiave jazz. Per quanto riguarda gli inediti, i titoli sono cinque: ‘Canzone di Laigueglia’, ‘Canzone di istruzioni’, ‘Canzone piccola’, ‘Canzone di una mano’ e ‘Canzone interrogativa’.

 

I musicisti che compongono la band hanno scritto un pezzo ciascuno, dopo di che Gino Paoli ha firmato i testi. La registrazione è avvenuta quasi in presa diretta, tra il 26 e il 28 Dicembre 2010 presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, durante tre date aperte a pubblico: forte quindi l’impronta live, come sottolineato da un Paoli entusiasta (“Suoniamo sempre improvvisando, non c’è mai una canzone uguale all’altra”, ha dichiarato) . I 5 musicisti, con l’alibi della rivisitazione jazz, con gli strumenti essenziali di un’interminabile jam session che è il loro brodo primordiale, si lanciano in un’avventura che approda in porti diversi regalandoci un prezioso varco nel tempo, un’odissea di scenari differenti e di sonorità in un disco minimal-jazz nella musica e nei testi. “Mi piace registrare dischi” – ha dichiarato lui in una recente intervista – “perché ne rivendico la sua origine: oggiAggiungi un appuntamento per oggi è il documento di qualcosa che avverrà, qui è documento di ciò che è avvenuto. Una volta la Norma con la Callas era il riascolto, oggiAggiungi un appuntamento per oggi le canzoni nascono in laboratorio. Proviamo a tornare all’origine, in fondo la fine è cominciata così. La musica non può essere di laboratorio, ha a che fare con imperfezioni umane. A parte poi che oggiAggiungi un appuntamento per oggi si vende l’immagine, la vista, un marchio. Io cerco di essere sempre lo stesso come volontà di esser vero, non ho mai finto. Sono una piccola voce che rivendica alla musica la sua verità, mettendosi con i suoi musicisti, e non una immagine con i suoi accompagnatori. Noi facciamo musica vera, suoniamo e registriamo quel che suoniamo. Abbiamo scelto in collettivo i brani, con un criterio di universalità che rifuggisse dall’ovvietà, con pezzi non jazz ma che così possono essere suonati. E poi è bello che un disco così possa entrare anche in una casa dove il jazz non è mai entrato». Stasera con lui a dare spettacolo a Casertavecchia suoneranno David Barbagli, Danilo Rea, Marco Tamburini, Rosario Bonaccorso, Roberto Gatto e Luca Giannerini per “Un incontro in Jazz” di grande fascino.

La serata del festival sarà aperta da Canti e Cantoni con ‘O CANTO D’ E’ SIRENE, tra i cortili e le corti del borgo a partire dalle ore 18.30. Un trio tutto al femminile che punta alla valorizzazione del repertorio classico napoletano attraverso armonizzazioni ardite e nuove sonorità che restituiscono al repertorio della tradizione popolare linfa vitale. Alle ore 19.30 il testimone della musica passerà al jazz con il duomo di Casertavecchia a far da sfondo. Suggestioni in musica quelle che regalerà STEFANIA TALLINI con il suo “THE ILLUSIONIST”, un intenso disco in Piano Solo che si basa interamente su composizioni originali, in cui l’artista rivela un’ulteriore evoluzione del suo linguaggio, capace di una profonda, libera, matura carica emotiva. Una scelta, quella del Piano Solo, che scava e cerca l’essenza più profonda di un mondo musicale ricco e sensibilissimo, sia sul piano espressivo, sia su quello compositivo.

E, come ogni sera, quando il maxischermo di piazza Vescovado trasmetterà gli ultimi applausi al concerto di Gino Paoli, l’attenzione della piazza sarà tutta per DANIELE RACO e il suo “The Raco Horror Picture Show”, con il quale l’artista ligure cerca di dimostrare che il comico può trovare ispirazione e risate da tutto quello che lo circonda, raccontando e raccontandosi con un linguaggio semplice ed immediato. La vita di tutti i giorni insomma, il matrimonio, un figlio in arrivo, la dieta, sono solo alcuni dei temi trattati. Daniele si racconta, ma in realtà descrive la vita di tutti noi con ironia e, a volte, con sarcasmo.

Nicola Di Santo

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