“Siamo rimasti profondamente delusi dal comportamento del Calcio Napoli. Dalla società di De Laurentiis avremmo voluto ricevere un attestato di solidarietà attraverso una foto con i giocatori, ma abbiamo ricevuto una maglietta con dedica, che abbiamo restituito”. Lo afferma la lavoratrice della Whirlpool di Carinaro e delegata della Uilm, Antonietta Cerullo, leader della protesta che va avanti dal 16 aprile scorso, quando la multinazionale americana degli elettrodomestici annunciò la chiusura della fabbrica casertana e tagli negli altri siti produttivi del centro-nord. La Cerullo, questa mattina, si è recata insieme agli altri due delegati Vincenzo Di Spirito (Fim-Cisl) e Paolo Bracciano (Fiom-Cgil), nel centro sportivo di Castel Volturno dove si allena il Napoli, che dista pochi chilometri dallo stabilimento Whirlpool. “Dopo essere stati ricevuti due volte da Renzi e una da Berlusconi – spiega la Cerullo – avremmo voluto che anche il Calcio Napoli manifestasse la sua solidarietà per una vertenza che riguarda 815 lavoratori più altri centinaia dell’indotto. Ma a Castel Volturno siamo stati trattati con indifferenza e offesi nella nostra dignità. Volevamo solo fare una foto con i giocatori, chiaramente con uno striscione relativo alla vertenza, per poi farla girare sui media. Ma ci è stato detto che non si poteva fare, ci hanno tenuto fuori e poi ci hanno consegnato una maglietta del Napoli; ma noi non volevamo un gadget, ma solidarietà, per cui l’abbiamo restituita e ce ne siamo tornati in fabbrica”, conclude la Cerullo. Subito dopo l’inizio della vertenza i lavoratori erano riusciti ad esporre una striscione al San Paolo durante un match casalingo del Napoli.

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